Dal centro al litorale, parla l'assessore Miglietta: «Licenze, basta deregulation. E sul Pug è pronto un bando»

Dal centro al litorale, parla l'assessore Miglietta: «Licenze, basta deregulation. E sul Pug è pronto un bando»
di Paola ANCORA
5 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Luglio 2019, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 14:19
Assessore Rita Miglietta, cominciamo dal Piano Urbanistico Generale. Quanto lo vedremo approvato?
«Entro la fine del mandato doteremo la città del Piano, concludendone l'iter. Non partiamo da zero, c'è già un Documento programmatico preliminare approvato e non solo. Entro fine anno faremo un bando pubblico per avviare il completamento del Piano».
A cosa servirà il bando?
«Servirà a selezionare un gruppo di progettisti che dovrà redigere gli elaborati mancanti e allineare gli assetti futuri della città agli obiettivi del programma di mandato dell'amministrazione Salvemini, perché un Piano urbanistico non è solo uno strumento tecnico, è anche un progetto politico».
Così dopo l'Università di Napoli, con Adriana Poli Bortone, e quella di Genova con Paolo Perrone, anche la Giunta Salvemini affida un incarico per il Pug? Non ci sono professionalità adeguate all'interno dell'assessorato?
«Ci sarà certamente un gruppo di lavoro interno che affiancherà i progettisti del Pug. L'obiettivo che ci poniamo è far sì che il Pug, una volta approvato, venga gestito dagli uffici in maniera snella e agevole. La differenza con il passato è che l'incarico per la redazione del Pug sarà assegnato con un bando di evidenza pubblica».
Ci dica quali sono le cinque direttrici del Pug.
«Spazio pubblico, accessibilità, residenzialità e attrattività, sostenibilità ambientale, flessibilità e rigenerazione. Penso a un Pug capace di mettere a valore i punti di forza di Lecce, ponendo grande attenzione allo spazio pubblico, l'ossatura portante delle città, la vera infrastruttura che connette persone e luoghi e sostiene gli investimenti dei privati».
Piano Coste. In questa prima fase, Soprintendenza e Ufficio del Parco di Rauccio hanno sollevato alcuni rilievi. Ritiene siano superabili?
«Affronteremo questi temi dentro il dibattito pubblico che abbiamo preso l'impegno di promuovere e che si svolgerà fra settembre e ottobre, presto presenteremo il programma alla città. Daremo un futuro sostenibile al litorale: un modello di fruizione coerente con la vocazione turistica della città, ma anche con la fragilità idrogeomorfologica delle nostre marine».
Anche alcuni lidi balneari hanno presentato delle osservazioni. Può dirci cosa hanno evidenziato?
«I balneari sono legittimamente concentrati sulla tutela delle loro attività economiche, importanti perché offrono servizi e appartengono al territorio. Una amministrazione pubblica deve garantire una visione integrata e d'insieme, il Piano non è solo un numero di concessioni, ma qualcosa di più. La sfida è condividere soluzioni che, nel rispetto di leggi e norme, offrano alle marine un futuro migliore. Proponiamo un modello di offerta multifunzionale, stabilimenti balneari insieme a spiagge libere con servizi, chioschi, usi sportivi, naturalistici e culturali».
Pochi giorni fa a Brindisi sono state sospese numerose autorizzazioni a pub e ristoranti per varie violazioni di legge. A Lecce questo non succede mai, nonostante i controlli. Perché? Sono tutti in regola o è più importante incassare la Tosap che far rispettare le norme?
«Le occupazioni di suolo pubblico sono un servizio di interesse pubblico e un'attività di impresa, riduttivo schiacciarle sul pagamento di una tassa. La sospensione dell'autorizzazione avviene nel caso di gravi e reiterate violazioni delle regole di settore. A Lecce i controlli si fanno e, finalmente, dopo anni di deregulation, si fanno anche i regolamenti: quello sui dehors puntiamo ad approvarlo definitivamente in tempi brevi. C'è stato anche un incontro, nei giorni scorsi, con alcuni operatori commerciali: andremo avanti nello spirito della leale collaborazione, convergendo sul rispetto delle regole».
Di cosa si è discusso nell'incontro?
«Delle criticità che si registrano in estate: la tendenza a estendere le occupazioni di suolo oltre lo spazio autorizzato. Abbiamo constatato disponibilità al dialogo, e la consapevolezza che nel centro storico non ci sono solo avventori e turisti, ma anche tanti residenti che hanno bisogno dei loro spazi vitali. La movida è oggi in una nuova fase: per evitare la congestione dobbiamo trovare un equilibro, tutelare l'uso collettivo dello spazio pubblico e promuovere la residenzialità».
A proposito di esercizi pubblici, avete verificato che oltre 100 attività del centro hanno, in realtà, una licenza da salumeria, cioè da esercizio di vicinato. Ora cosa accadrà? Ci sarà una moratoria o i pub non in regola saranno chiusi?
«Valuteremo la possibilità di modificare le destinazione d'uso a chi è in grado di rispettare le norme igienico-sanitarie e urbanistiche. In questo modo si può garantire il cambio da un tipo di commercio a un altro».
Dunque il cambio di destinazione d'uso non sarà per tutti. Ci faccia un esempio concreto.
«L'adeguata presenza di servizi potrà garantire la conversione ad un determinato tipo di esercizio commerciale. Faremo in modo che non vi sia una omologazione di tipologie commerciali: al food bisogna affiancare artigianato, design, luoghi della creatività, esercizi commerciali che amplino l'attuale offerta».
Saranno comminate sanzioni?
«Le sanzioni si applicano quando non si rispettano le regole, e questo accade già».
Quando partirà questa transizione?
«Parallelamente alla redazione del Pug. Dopo 20 anni di deregulation dobbiamo tornare gradualmente alla tutela dell'interesse di tutte le categorie: residenti, lavoratori, commercianti, turisti per un centro storico vivibile e vivo a tutte le ore».
Abusivismo edilizio, con lei al timone dell'assessorato c'è stata una accelerata nelle demolizioni. Si può quantificare il fenomeno? Anni fa si parlò di migliaia di domande di condono sospese.
«Si, come in tutto il Sud Italia, qui ci sono migliaia di pratiche in itinere. Le stiamo mappando, dobbiamo promuovere con la Soprintendenza un percorso di condivisione, perché l'approvazione del Piano Paesaggistico modifica le variabili di condonabilità. La rigenerazione è anche questo: perimetrare aree all'interno delle quali poter chiudere i condoni favorevolmente e aree dove i notevoli fenomeni di dissesto idrogeologico in atto impediscono il condono, dove intervenire con nuove funzioni e utilizzi».
Lei non si è sottoposta al giudizio popolare, non si è candidata. Ma il sindaco Salvemini l'ha confermata al timone dell'Urbanistica, scatenando anche qualche malumore interno a Lecce Città Pubblica. Perché?
«Sono un tecnico, ma con un profilo politico molto chiaro e riconoscibile, sia per le questioni urbane affrontate pubblicamente in tanti anni, sia perché sono tra le fondatrici di Lecce Città Pubblica. La nomina di tecnici in giunta è prerogativa del sindaco, che mi ha rinnovato la sua fiducia. Per corrispondere a questa e servire degnamente la mia città, darò come sempre tutta me stessa».
© RIPRODUZIONE RISERVATA