Cybercrime, il dirigente della Postale: «Ora gli affari si fanno on line. Così la criminalità ora ingaggia esperti»

Cybercrime, il dirigente della Postale: «Ora gli affari si fanno on line. Così la criminalità ora ingaggia esperti»
di Paola COLACI
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Giovedì 21 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:13

Nel 2021 sono aumentati i casi di sfruttamento sessuale dei minori e di adescamento online, anche in Puglia. È quanto emerge dal resoconto delle attività effettuate nell’anno appena passato dalla Polizia Postale. Per quanto riguarda la Puglia, sono stati 13 gli arresti e 356 le denunce, con 2424 casi trattati e 156 perquisizioni effettuate. Il monitoraggio dei siti internet ha visto coinvolti 7788 siti, di questi 1325 erano a sfondo pedopornografico. In totale sono 98 gli spazi virtuali inseriti nelle black list. Per quanto riguarda invece i reati contro le persone si è registrato 1 arresto, con 61 denunce e 498 casi trattati o denunce ricevute. A fare il punto sui rischi connessi alla navigazione in rete è Andrea Carnimeo, dirigente della Polizia postale di Bari.

Dirigente Andrea Carnimeo, le insidie che il mondo del web cela sono più che note. Tuttavia sembra che navigare in rete ormai sia diventato sempre più pericoloso. È così? 
«Seppure il livello di rischio non sia particolarmente aumentato rispetto al passato, attualmente c’è chi utilizza il web inserendo in rete contenuti sempre più estremi e illeciti.

I rischi della navigazione c’erano e rimangono».

Rischi dovuti a cosa, nello specifico?
«Il web così come lo conosciamo è una delle invenzioni del nostro secolo. Rappresenta un raccoglitore di contenuti pressoché sconfinati. E durante i due anni di pandemia le sue potenzialità sono state sfruttate dai giovanissimi per restare informati e connessi con il resto del mondo. Di contro, la sua pericolosità deriva dall’anarchia generalizzata sulla quale si basa. Non esiste un centro di controllo ma ci sono server e contenuti a disposizione di tutti. È chiaro, dunque, che chiunque voglia inserire informazioni in questo macrocontenitore è libero di farlo. E in alcuni casi questi contenuti sono tutt’altro che leciti».
 

E in questo contesto di anarchia virtuale la criminalità organizzata ha vita più facile? In altre parole, ora gli affari illeciti si fanno soprattutto sul web?
«Di fatto è la nuova frontiera che si sta sviluppando. Man mano che si evolve la conoscenza del mondo del web e delle competenze informatiche, le grandi organizzazioni criminali affinano gli strumenti per poter essere più presenti anche in rete in maniera più incisiva. E non è raro che assoldino ingegneri informatici ed esperti del settore per investire in questa direzione. Alla stessa maniera, lo Stato negli ultimi due anni si è riorganizzato e ha investito in questa direzione. Tant’è che a oggi possiamo contare su un gruppo di lavoro di colleghi esperti del mondo informatico. E la stessa Polizia di Stato può contare su team di ingegneri informatici preparati e addestrati a rispondere a questa crescente necessità di competenze».


Le indagini condotte nel 2021 dalla Polizia postale quali tipologie di reati hanno individuato con maggiore frequenza in Italia ma anche in Puglia?
«Gli esiti dell’ultimo biennio sono fortemente influenzati dalla pandemia. Due anni nel corso dei quali abbiamo assistito a una diversificazione quasi forzata di alcune tipologie di reato. E ciò a causa dell’isolamento forzato in casa. Rispetto al 2020, dunque, si è registrato un leggero incremento dei reati di diffamazione on line. Ma sono aumentati notevolmente lo stalking del circa il 23%, il revenge porn del 78% e la sex estortion che ha subito un incremento del 54%. Va rilevato, tuttavia, l’incremento delle azioni di contrasto a questi casi».


Se navigare il rete abitualmente comporta dei rischi, avventurasi nei meandri del dark web sembra ancora più pericoloso. A cosa si può andare incontro?
«Il dark web come il web che conosciamo è fatto di contenuti leciti e non, proprio come accade con la rete tradizionale. Quello che viene consentito all’interno del deep e del dark sono forme di anonimato che consentono a chi ha una conoscenza molto approfondita della tecnologia di disperdere le proprie tracce. Del resto, le grandi agenzie internazionali ormai controllano al massimo i contenuti di deep e dark per limitare al massimo i rischi connessi alla navigazione da parte degli utenti».


Nonostante i controlli più capillari resta vero il fatto che a essere esposti maggiormente ai rischi della navigazione sono giovani e i giovanissimi.
«Per avere accesso a deep e dark web è necessario utilizzare browser particolari. Nulla che giovani e giovanissimi, tuttavia, non riescano a fare attraverso l’utilizzo di un pc o un cellulare. A causa di una mancanza adeguata di conoscenza e competenze, tuttavia, spesso i ragazzi rischiano di andare in contro a situazione più che spiacevoli che potrebbero persino sconfinare nel reato. Ecco perché la Polizia postale, in collaborazione con la Polizia di Stato di Bari, da tempo ha avviato un percorso di formazione e informazione rivolto non solo ai ragazzi ma anche ai genitori. E in questo caso forniamo tecniche di controllo e sorveglianza che si adottano anche nel caso del web normale».

Giovani e adulti: chiunque abbia dubbi, necessità di chiarimenti o intenda segnalare situazione a rischio è preferibile che si rivolga sempre alla Polizia postale?
«Assolutamente. Nel Dna della polizia c’è la prevenzione dei reati oltre che la repressione degli stessi. E per la Polizia postale è fondamentale il dialogo, soprattutto con i più giovani per far sì che diventino i cittadini digitali della società del futuro. Su questo aspetto stiamo investendo molto. Chiunque abbia dubbi, perplessità o urgenza di segnalare situazioni poco chiare può e deve contattare la Polizia Postale. E può farlo attraverso il sito on line oppure attraverso la app Youpol, realizzata per segnalare episodi di spaccio e bullismo. Ma che ora viene estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche».

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