Il Salento investe in criptovalute: «Ma il rischio di perdite è alto»

Il Salento investe in criptovalute: «Ma il rischio di perdite è alto»
di Paola COLACI
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Giovedì 21 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:28

Bitcoin, Ethereum, Ripple XRP: di certo il 2021 sarà ricordato anche come l’anno del boom delle criptovalute. Un giro d’affari che negli ultimi 12 mesi ha fruttato tre trilioni di euro. Ma la promessa di fare “soldi facili” investendo sulla nuova frontiera del denaro virtuale ha contagiato anche i salentini. Grandi investitori e piccoli risparmiatori che hanno condiviso l’interesse per le monete digitali. Resta tuttavia ancora molta confusione e la mancanza di regolamentazione desta preoccupazione a banche ed economisti. Il terreno, comunque, è segnato e nei prossimi anni ci si dovrà necessariamente confrontare con questa innovativa metodologia di acquisto e di investimento. Anche perché colossi dell’economia mondiale, come Paypal e Twitter, hanno confermato l’adozione delle criptovalute come metodo di pagamento.
Non si tratta, tuttavia, di un settore esente da rischi. E a specificarlo è Valeria Stefanelli, docente di Banca Digitale e Fintech del Dipartimento di Scienze dell’Economia di Università del Salento. «L’applicazione delle tecnologie digitali in ambito economico sta generando senza dubbio profondi cambiamenti nei comportamenti, nelle relazioni e negli scambi tra gli operatori - spiega la docente - In questo contesto altamente tecnologico e complesso hanno fatto il loro esordio le criptovalute, anche dette valute virtuali». Un innovativo sistema di investimento e pagamenti rigorosamente virtuali che hanno caratteristiche particolari: «Dal protocollo informativo, che specifica il modo in cui i partecipanti alla comunità possono effettuare le transazioni in cripto al libro mastro, in cui è conservata la storia delle transazioni eseguite: le criptovalute sono assimilabili a gettoni digitali e possono essere utilizzate per l’acquisto di beni o servizi. Solo se il venditore è disponibile ad accettarle, però» chiarisce ancora Stefanelli. 
Ma il vero “salto nel buio” per chi decide di investire in cripto sta nella volatlità del valore del Bitcoin o dell’Ethereum: se agli esordi un Bitcoin valeva 0,1 euro a oggi le quotaziono sono salite a oltre 38mila euro. Ma non è escluso che il valore della moneta virtuale possa subire rapide impennate e altrettanto drastiche discese. Il rischio di perdere tutto, dunque, per i risparmiatori deve essere calcolato. «Il prezzo o valore delle criptovalute è fortemente variabile, anche all’interno della medesima giornata, a seguito dei meccanismi di formazione dei prezzi e dall’assenza di un’Autorità centrale in grado di intervenire per stabilizzarne il valore - conferma la docente di Unisalento - Questa caratteristica può comportare perdite anche di rilevante entità in caso di detenzione di valuta virtuale. Le criptovalute, inoltre, non devono essere confuse quindi con i comuni strumenti di pagamento, come la moneta elettronica, i bonifici bancari, le carte di debito o di credito. È importante comprendere questa distinzione per evitare di fare un utilizzo improprio o di assumere inconsapevolmente rischi di perdita del proprio denaro».

Ricerca e innovazione

Sulla nuova frontiera degli investimenti digitali, tuttavia, ha già puntato i riflettori anche Unisalento. «Il Dipartimento di Scienze dell’Economia è impegnato in attività di ricerca sull’innovazione digitale in ambito finanziario.

Sul tema delle criptovalute, proprio di recente, abbiamo proposto una ricerca sperimentale che vede la costituzione di una valuta virtuale, accreditata da una community locale, capace di creare un network identificativo delle eccellenze e del valore del Salento - conclude la docente - Ci auguriamo quindi di lasciarci presto alle spalle la pandemia per poter riprendere a pieno ritmo tutte le attività ed i progetti formativi che abbiamo programmato per promuovere la crescita del nostro territorio e dei nostri giovani».

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