Le aziende resistono: «La salute è la priorità». Protestano i netturbini

Le aziende resistono: «La salute è la priorità». Protestano i netturbini
di Pierpaolo SPADA
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Martedì 17 Marzo 2020, 16:29
«Se le azienda non ci forniranno i dispositivi anti-contagio e non provvederanno alla sanificazione quotidiana dei mezzi siamo pronti a fermarci, a partire da oggi». Lo dicono i lavoratori del settore igiene e rifiuti per voce dei loro rappresentanti sindacali che da giorni stanno sollecitando le aziende di settore alla fornitura di mascherine e guanti per i dipendenti. Contraccolpi di un'emergenza la cui intensità non concede tregua. Di mascherine, ovviamente, sono a corto le strutture ospedaliere figuriamoci le aziende private. Eppure bisogna procedere scongiurando la possibilità che i rischi sanitari assumano estensione e connotazione ancora più rilevante.

Certo è che nel settore rifiuti i sindacati riferiscono che tutte le aziende sono sprovviste di dispositivi. Nei giorni scorsi, in particolare, era stato segnalato il caso di Monteco, l'azienda che gestisce i rifiuti a Lecce. Le aziende, in generale, replicano di non essere nelle condizioni di fornire i dispositivi - mascherine, guanti e tute monouso - a causa della irreperibilità degli stessi. Problema di non poco conto, considerata anche l'essenzialità del servizio di igiene. Ma i lavoratori non sono più disposti a tollerare.

Certo, sono tutti i settori ad essere esposti e negli ultimi giorni ci sono state alcune segnalazioni da parte dei dipendenti di alcune aziende nella zona industriale di Lecce. Un'attenzione che deve essere estesa. «L'atteggiamento di queste aziende è inaccettabile, la questione Coronavirus non è nata ieri, le aziende avrebbero potuto muoversi per reperire i dispositivi in tempo», affermano i segretari di FpCgil, FitCisl, UilTrasporti, Fiadel e Ugl. Difficoltà presente in quasi tutti i settori.

Da più parti, provengono, infatti, segnalazioni di inadempienza in materia di sicurezza e anti-contagio da parte dei datori di lavoro. In linea con il dettato governativo, i sindacati invitano tutti i lavoratori a non esitare: «Se non vi dotano dei dispositivi, denunciate e rifiutatevi di lavorare», afferma il segretario generale di Cisl Lecce, Antonio Nicolì. «Il protocollo di sicurezza è in fase di attuazione da 48 ore, noi abbiamo attivato i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (rls), gli rsu e le categoria sul punto. Occorre una collaborazione ad affrontare i problemi. Ma nel caso in cui dovesse verificarsi l'assenza di condizioni di sicurezza bisogna adoperarsi in fretta. Non è possibile far lavorare le persone senza dispositivi.

Per i servizi pubblici essenziali, anche la Prefettura - dice Nicolì saprà fornire il suo contributo per dotare le aziende del dovuto e nel più breve tempo possibile».
Le categorie di tutte le organizzazioni sindacali, nei giorni scorsi, hanno espresso pubblicamente l'invito alle aziende ad attuare il protocollo dettato dal Governo per assicurare condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.
«I lavoratori hanno il diritto di denunciare e di fermarsi qualora non siano stati dotati dei dispositivi di sicurezza», ribadisce Vito Perrone, segretario generale di Ugl Lecce, «nel caso in cui l'azienda dovesse godere di un numero di dispositivi non sufficiente per l'intero organico provveda a stabilire un'adeguata turnazioni, in modo da tutelare tutti».
E, ovviamente, c'è anche il fronte delle imprese.

«Tutelarci e tutelare i nostri dipendenti è la nostra prima preoccupazione in questa fase», dichiara, sul fronte degli imprenditori, il presidente di Confartigianato Lecce, Luigi Derniolo. «Le regole sono chiare, tanto per la sanificazione degli ambienti quanto per la tutela di collaboratori e dipendenti, e quindi il comportamento non può essere che conseguente, a meno che non si voglia incorrere in penalità molto pesanti. L'invito che stiamo estendendo ai nostri associati è di assicurare i dispositivi a tutti i lavoratori e, nel caso in cui non si riuscisse a farlo, sospendere l'attività o alternare il funzionamento dei reparti e dei servizi. Sempre, ma ancor più in questa fase, sta al buon senso di ognuno di noi tutelare la salute del dipendente».
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