Case popolari a Lecce: indagati anche Perrone, Marti e Poli Bortone

Palazzo Carafa
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Lunedì 27 Febbraio 2017, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 18:29

Politici di prima fila, il top della dirigenza di palazzo Carafa ed una schiera di residenti del quartiere Stadio nell’inchiesta sull’occupazione abusiva delle case popolari. Con la richiesta di proroga delle indagini preliminari, è uscito per la prima volta dal segreto istruttorio il nuovo corso e l’accelerazione impressi con l’assegnazione dell’estate scorsa del fascicolo ai pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci.
Al cospetto di alcuni dei 46 nomi indicati nell’avviso notificato nella giornata di ieri e delle ipotesi di reato, sembra fuori di dubbio che gli inquirenti abbiano chiesto al giudice per le indagini preliminari, Giovanni Gallo, ulteriori sei mesi di tempo allo scopo di verificare se ci sia stato o meno il coinvolgimento del fronte politico ed il benestare della dirigenza comunale per consentire ad un gruppo ristretto di persone di decidere a suo piacimento chi avrebbe dovuto lasciare una casa e chi sarebbe stato il nuovo assegnatario.
Una organizzazione illegale. O criminale, che dir si voglia, per decidere i beneficiari. Al netto delle graduatorie. Anche perché fra gli indagati c’è il nome di quella donna finita nel carteggio avviato dall’Ufficio Casa del Comune per chiarire se fosse vero che il clochard Giuseppe Fiorentino, morto nel crollo di un rudere alla fine di via Taranto, abbia occupato solo per pochi giorni un alloggio comunale che fu costretto a lasciare perché minacciato. E ci sono poi altre persone coinvolte in inchieste sullo spaccio ed il traffico di droga.
Come avrebbero fatto, queste persone, a prendere in mano le assegnazioni delle case popolari? Se e quali responsabilità potrebbe aver avuto Palazzo Carafa? Certezze al momento non ne sono state cristallizzate, ma si fanno solo ipotesi di lavoro. Tutte da verificare, per stabilire come siano state formate le graduatorie, se siano state rispettate le assegnazioni. Come siano state gestite le pratiche di decadenza e di sgombero e come siano stati composti i gruppi di lavoro che si sono occupati dell’emergenza abitativa.
Da questo presupposti, i reati contestati: a vario titolo, senza indicare le contestazioni ai singoli indagati, nell’avviso si parla di concorso in abuso di ufficio, omissione di atti di ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici ed invasione di edifici.
Tracciano, insomma, la pista seguita dall’inchiesta, queste contestazioni. E coprono un arco temporale da gennaio del 2006 a giugno del 2015. Ciò spiega perché le indagini condotte con i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria abbiano ravvisato la necessità di verificare se e quale ruolo abbiano avuto i sindaci Adriana Poli Bortone (in carica dal 1998 al 2007) e Paolo Perrone. Nonché l’ex assessore comunale alla Casa, il parlamentare Roberto Marti. Gli assessori Nunzia Brandi (Sport) e Damiano D’Autilia (Politiche giovanili ed Innovazione tecnologica). I due ultimi segretari comunali: Domenico Maresca e Vincenzo Specchia. Il capo di Gabinetto Maria Luisa De Salvo. Ed anche dirigenti degli uffici comunali in servizio attualmente o in carica negli anni scorsi. Come gli architetti Luigi Maniglio e Raffaele Attisani. Infine la necessità di ulteriori accertamenti riguarda anche alcuni dipendenti comunali.
Gli altri indagati sono tutti residenti del quartiere Stadio. E ricorre con una certa frequenza un indirizzo: via Potenza, al 21. Se rispondano di occupazione abusiva, se tra loro ci sia chi avrebbe preso in mano la gestione illegale delle assegnazioni o se non rispondano di nulla di tutto questo, lo diranno i pubblici ministeri a chiusura dell’inchiesta.
Intanto parla un dato su tutti: a giugno del 2015 gli indagati erano quattro, nel decreto di acquisizione presentato dalla Guardia di finanza a Palazzo Carafa. Una situazione in evoluzione, dunque, sotto il profilo investigativo. Un quadro complessivo che per il momento si è accresciuto e si è ramificato. Al di là di quelli che saranno gli esiti.

Di seguito i nomi degli indagati. Roberto Marti, 43 anni, parlamentare, ex assessore comunale; Adriana Poli Bortone, 74 anni, sindaco di Lecce dal 1999 al 2007; Paolo Perrone, 49 anni, sindaco di Lecce dal 2007.

Gli assessori Damiano D’Autilia, 42 anni; e Nunziatina Brandi, 71 anni. Maria Luisa De Salvo, 66 anni, capo di Gabinetto, responsabile dell’Ufficio Casa; Raffaele Attisani, 76 anni, ex capo dell’Ufficio Tecnico; Nicola Elia, 62 anni, dirigente comunale; Luigi Maniglio, 67 anni, ex capo dell’Ufficio Tecnico; Giovanni Puce, 54 anni, dirigente comunale; Luisa Fracasso, 42 anni; Piera Perulli, dipendente dell’Ufficio Controllo di gestione; Raffaele Guido, dipendente dell’Ufficio Casa; e Vito Aloisi, 62 anni, leader di Azzurro popolare. E poi ancora i nomi di persone residenti in gran parte nel quartiere Stadio: Cristian Elia, 42 anni; Angelica Camassa, 29 anni; Anna Grazia Elia, 33 anni; Gessyca Palazzo, 34 anni; Nicola Pinto, 30 anni; Umberto Nicoletti, 40 anni; Andrea Santoro, 26 anni; Vanessa Tornese, 30 anni; Raffaele Liccardi, 52 anni; Monica Durante, 40 anni; Marco Frau, 33 anni; Patrizia Greco, 45 anni; Francesco Lipari, 48 anni; Monica Della Tommasa, 48 anni; Salah Zineddine, 84 anni; Maria Giuseppa Monteduro, 60 anni; Giuseppe Todisco, 60 anni; Luana Marino, 72 anni; Stefania Gaetani, 45 anni; Maria Vincenza Caputo, 54 anni; Anna Rita Palazzo; 49 anni; Franco Vadacca, 82 anni; Francesco De Donno, 57 anni; Sabrina Castelluzzo, 38 anni; Francesca Sansò, 47 anni; Sandro Simini, 48 anni; Francesca Roberta Sileno, 41 anni; Habip Abazi, 60 anni; e Daniela Sileno, 47 anni.

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