Attentato all’agenzia funebre. Il sindaco: «Niente omertà»

Attentato all’agenzia funebre. Il sindaco: «Niente omertà»
di Fernando DURANTE
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Martedì 9 Gennaio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:13
Notte di fuoco nel cuore di Sternatia: attentato contro un’azienda di pompe funebri. Distrutto dalle fiamme un furgone della ditta e spunta la pista del racket che, dicono gli investigatori, sta allungando la sua ombra su un settore sempre più fiorente: il mezzo, un Fiat Scudo, è di proprietà dell’impresa di Graziano Ferilli con cui venivano trasportate le corone dei defunti. 
Distrutta anche - per una casualità - una vecchia Stilo di proprietà di alcuni giovani extracomunitari che risiedono in un appartamentino a pochi passi dal luogo dell’incendio. Molto probabilmente, il fuoco appiccato sotto il furgone, data la vicinanza fra i due mezzi, si sarebbe propagato rapidamente anche all’altro veicolo. 
A Sternatia, in piazza Castello, erano le quattro della notte. La gente dormiva. A svegliare qualche residente che dormiva nelle abitazioni che si affacciano sulla piazza sono state le esplosioni delle gomme attaccate dal fuoco, ad incendio avanzato. Qualcuno, pare sia uscito sulla piazzetta, ma non c’era nessuno. Ma, nessuno, pare, abbia visto chi ha appiccato il fuoco o dato alla fuga. 
Sternatia è un paese tranquillo e prima di questo allarmante gesto non si era mai verificato alcun analogo episodio. Perciò, la preoccupazione è tanta. Il proprietario del mezzo è infuriato. Non comprende chi può aver fatto un gesto del genere. Quello andato a fuoco era un mezzo usato, acquistato qualche anno fa «con tanti sacrifici per poter avviare l’attività - dichiara Ferilli - lo avevo rimesso in ordine per renderlo dignitoso, il servizio che faccio richiede molte attenzioni. Ora è inservibile, l’ho portato alla demolizione». 
 
Il sindaco Massimo Manera è allarmato, non usa giri di parole per informare la popolazione di quanto è accaduto attraverso un coraggioso comunicato. «Un gravissimo episodio, un fatto criminale è accaduto nella nostra tranquilla comunità - scrive il primo cittadino - e nella notte sono state incendiate due in piazza Castello. E’ stato un incendio doloso. Esprimo tutta la mia solidarietà ai due proprietari, ma, allo stesso tempo, li invito a collaborare con le forze dell’ordine ed a riferire tutto quanto è a loro conoscenza affinchè possa portare alla scoperta dei malviventi». 
Il Comune in trincea, dunque, contro un gesto che apre scenari inquietanti sul fronte delle estorsioni che nel settore delle pompe funebri, in tutto il Mezzogiorno, è tra quelli più monitorati. Poi lo stesso Manera ha aggiunto: «Se le vittime di questo atto doloso vorranno seguire questa strada, saremo tutti al loro fianco. Così come sempre, assicureremo la massima collaborazione alle forze dell’ordine per garantire ogni sicurezza ai nostri concittadini perché si è trattato di un atto criminale che non deve ripetersi». Perciò, ha ripetuto il sindaco di Sternatia, «chi sa parli, niente omertà su vicende che minano la tranquillità della comunità». 
Frasi dure e senza troppi giri di parole. «Non si tratta di atto vandalico consumato da qualche giovinastro in vena di bravate come sento dire da qualcuno che vorrebbe scaricare sui cittadini di Sternatia la colpa del gesto - ha aggiunto lo stesso Manera - ma di atto intimidatorio e mirato procurare danno e lanciare un segnale forte. Un gesto criminoso perché in quella piazza si accede solo da due stradine strette, non ci sono altre vie di fuga». 
La cartina di tornasole della preoccupazione della gente che si è diffusa in paese è costituita dai commenti allarmati dei cittadini che si ritrovano ogni mattina nella centrale piazza Umberto I - fra lo sconcerto e la paura. Sconcerto e paura perché l’atto è stato imprevedibile ed allarmante. Oltre al dispiacere per i giovani extracomunitari che si sono trovati, loro malgrado, a pagare un costo che potrebbe rivelarsi insostenibile. Le indagini sono state affidate ai Carabinieri. Tra filmati di telecamere nel centro storico e testimonianze raccolte in paese. «Se qualcuno ha visto, parli»: il messaggio rilanciato dal Comune. Per non lasciare nulla di intentato.
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