L'immunologo Galli: «Milanesi, tagliate il superfluo o Milano esplode»

L'immunologo Galli: «Milanesi, tagliate il superfluo o Milano esplode»
di Simona Romanò
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Lunedì 19 Ottobre 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 11:30

«Dobbiamo rassegnarci a provvedimenti più restrittivi, perché la gente deve stare a casa il più possibile, senza nemmeno improvvisare feste o cene fra amici. Abbiamo pochissimo tempo per frenare i contagi: se entro 15 giorni non cambia la tendenza siamo nei guai e Milano va a sbattere, perché è una delle situazioni più allarmanti d’Italia, lo dico con realismo». L’infettivologo Massimo Galli, primario del Sacco e professore di malattie infettive all’Università di Milano, non nasconde «la grande preoccupazione»: «Mi pare una tragico déjà vu».

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Le nuove misure anti-Covid sono sufficienti?

«Temo di no.

Tocca fare i conti con una durissima realtà: tutto ciò che non è davvero necessario ora non si può fare, si deve ragionare stile coprifuoco. Non sono rinunce definitive, adesso però siamo chiamati a fronteggiare una bestia di virus e non è un’impresa facile».

Il virus continua la sua corsa a Milano. Se sfondasse sarebbe un disastro per il Paese.

«A Milano è andata bene durante la prima ondata, perché il lockdown l’ha protetta. Però, ora siamo in una situazione di franco rischio, perché in città ci sono tantissimi contatti sociali, fra lavoro, scuola, vita mondana: occasioni che hanno generato focolai ovunque».

Dove soprattutto?

«Tantissimi sono tra le pareti domestiche e nei luoghi di lavoro, abbastanza a scuola».

Il virus è fuori controllo?

«Non c’è ancora sfuggito di mano, ma siamo in grande difficoltà a contenerlo: ecco perché a Milano e forse in tutta la regione ci vuole una stretta in più».

Perché fatichiamo a contenerlo?

«È bruttissimo da dire e ce ne siamo dimenticati in estate: non possiamo permetterci di stare insieme a tanta gente, gli assembramenti, di stare appiccicati, di fare feste con amici, perché sono occasioni di diffusione del virus, anche se la mascherina ha un buon effetto protettivo».

Cosa ha scatenato l’aumento dei casi milanesi?

«L’estate troppo vivace con atteggiamenti sbagliati e imprudenti. Ora li paghiamo».

Come va sul fronte degli ospedali?

«La sofferenza è già molto forte. L’incremento dei ricoveri è importante e fra meno di un mese non oso immaginare se non invertiamo il trend».

Le prime feste a cui si guarda è il ponte di Ognissanti.

«Per carità, non c’è da guardare a nessun ponte, ma pensare a stare sani. Dobbiamo disincentivare ogni comportamento che metta a rischio la sicurezza di tutti».

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