Ricciardi: «Chiusure mirate per Milano e Napoli: Roma comincia a preoccupare»

Ricciardi: «Chiusure mirate per Milano e Napoli: Roma comincia a preoccupare»
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Lunedì 19 Ottobre 2020, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 08:58

«Io non parlerei di Lombardia, ma per esempio di Milano. Non parlerei di Campania, ma parlerei di Napoli e di alcune aree metropolitane, comincerei a preoccuparmi per Roma. Sicuramente il Piemonte è un'altra area. Io farei degli interventi mirati rafforzando le decisioni» nazionali «ma purtroppo in questa fase chiudendo alcune attività in maniera chirurgica». A sottolinearlo è Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l'emergenza Covid-19 e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica di Roma, durante il suo intervento ad 'Agorà' su Rai3.

«In generale - spiega - le misure prese vanno bene per tutto il Paese. Ma ci sono delle aree dove la curva esponenziale» dei contagi «è talmente forte che per evitare che tra due settimane vengano prese d'urgenza» altre misure «è assolutamente necessario farlo ora. Più che di regioni parlerei di aree specifiche del Paese, e credo che questa fase debba essere caratterizzata da interventi mirati, proporzionati quasi chirurgici». 

«La situazione - prosegue Ricciardi - è preoccupante perché di fatto l'epidemia soprattutto in alcune aree del Paese ha cominciato a crescere in modo esponenziale e questo, come abbiamo imparato dai mesi precedenti, significa che dopo un certo punto il raddoppio dei casi si ha ogni due o tre giorni.

Tu ti puoi trovare a inizio settimana con mille casi e alla fine delle due successive con 3-4-5 mila casi». L'esperto puntualizza: «Condivido le misure del Governo per il territorio nazionale, nel senso che il Governo ha messo una sorta di mattonella più alta rispetto al passato e questo va bene nel Paese, perché ci sono aree che ancora non hanno una crescita esponenziale. Ma non è sufficiente in aree specifiche del Paese, per cui c'è necessità di integrare queste misure. Perché, quando tu hai una città che ha già migliaia di casi, significa che sei alla vigilia di una pressione enorme sui tuoi sistemi sanitari e questo lo devi evitare. Nel momento in cui questi casi diventano clinici e vanno in ospedale possono provocare quelle stesse situazioni che abbiamo visto a marzo e che vogliamo scongiurare».

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