Coronavirus, Lombardia chiede la chiusura totale. Fontana: «Inviate al governo proposte per misure contenimento»

Coronavirus, Lombardia chiede la chiusura totale. Fontana: «Inviate al governo proposte per misure contenimento»
Coronavirus, Lombardia chiede la chiusura totale. Fontana: «Inviate al governo proposte per misure contenimento»
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Mercoledì 11 Marzo 2020, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 14:48

«Abbiamo inviato al Governo le proposte concordate con i sindaci relative a ulteriori misure di contenimento della diffusione del Coronavirus». Lo comunica il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.«Il documento - prosegue Fontana - contiene il dettaglio di quelle che sono le iniziative che consideriamo indifferibili sulla base dei dati scientifici in nostro possesso e già comunicati ieri pomeriggio al Governo, nel corso della riunione con i ministri Boccia e Speranza e con i presidenti delle Regioni, oltre che all'Istituto Superiore di Sanità».

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Fontana ha chiesto che rimangano aperte solo «tutte le attività considerate essenziali per continuare la vita ordinaria, dalla catena alimentare all'energia ai rifiuti, e quelle attività imprenditoriali collegate a catene mondiali da cui non possono distaccarsi altrimenti ne avrebbero danni eccessivi». Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana intervenuto in diretta a Italia7Gold ha detto che «bisogna esportare il modello Codogno a tutta la Lombardia perché ha dimostrato di funzionare. Codogno è l'unico posto in Lombardia dove i contagi si sono ridotti». 

«Gli spostamenti non sono stati modificati, abbiamo chiesto un'ulteriore chiusura dei luoghi di aggregazione e di incontro»:
ha precisato Fontana a Italia7Gold dove ha spiegato quali nuove misure sono state chieste al governo. Per gli spostamenti, «rimane tutto come prima si potrà andare a fare la spesa, muoversi per lavoro o per motivi di salute». «Dobbiamo fare sacrifici - ha ribadito - dobbiamo rimanere in casa, dobbiamo essere pronti a rinunciare anche al guadagno, ai momenti di piacevolezza, a qualunque cosa». 

Una risposta immediata all'apertura del premier Giuseppe Conte dichiarata in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri. Il presidente del Consiglio ha spiegato che «ieri c'è stata una videoconferenza con i governatori del territorio, è stata anticipata un po' questa richiesta. Ho dato al ministro Speranza di sollecitare il governatore Fontana a formalizzare le richieste, motivandole. Non c'è nessuna chiusura verso eventuali misure più restrittive richieste dalla Lombardia e da altre regioni».

RICCARDI: «RICHIESTA SENSATA»

Una richiesta che secondo Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, «ha senso»«La pressione sul servizio sanitario regionale lombardo è spasmodica», dichiara Ricciardi in un'intervista a Circo Massimo, su Radio Capital. Ma la misura «che potrebbe essere proporzionata per la Lombardia», visto che «è per l'Italia quello che Wuhan era per l'Hubei», «non lo è per il resto del Paese, in particolar modo per le regioni centromeridionali dove questa situazione ancora non c'è».

CONFINDUSTIA LOMBARDIA: «PRONTI A CHIUDERE»

Disponibili alla chiusura anche le associazioni territoriali di Confindustria Lombardia che «stanno lavorando sin dal primo giorno dell'emergenza, anche attraverso l'istituzione di task-force dedicate». In una nota diffusa a seguito della seduta straordinaria del Comitato di Presidenza si dicono pronte «a mettere in campo un codice di autoregolamentazione in linea con le prescrizioni sanitarie più ferree e autoimporsi una sospensione in caso di impossibilità a soddisfare i requisiti di sicurezza richiesti dall'emergenza»

Confindustria Lombardia ricorda che il Codice di autoregolamentazione regionale prevede che «sul luogo di lavoro e in tutte le attività connesse, andranno applicati criteri stringenti di sicurezza sanitaria, già oggi adottati, ma che potrebbero essere ulteriormente implementati». Tra questi la «limitazione massima degli spostamenti all'interno dei siti e l'accesso contingentato agli spazi comuni», lo «smart-working per tutte quelle attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza», l'incentivo per i dipendenti a godere di ferie e congedi retribuiti e la chiusura dei reparti aziendali non indispensabili per la produzione.

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