Nuovi dettagli emergono sulla vita in carcere di Filippo Turetta, arrestato per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il 22enne, secondo quanto apprende l'Ansa da fonti qualificate, è in cella con un detenuto di 50-60 anni, un «angelo custode», che in accordo con la direzione ha accettato di «seguirlo».
Turetta, la vita in carcere a Verona
Turetta, detenuto nel carcere di Montorio, a Verona, gode dei diritti riconosciuti a tutti i reclusi e può quindi guardare anche la tv.
L'incontro con i genitori
Il padre e la madre di Filippo hanno scelto assieme di «non abbandonare» quel ragazzo che fino a meno di un mese fa consideravano «un figlio perfetto» e che si è dimostrato capace di compiere un femminicidio atroce. Ieri la coppia è andata ad incontrarlo nel carcere di Verona, dove è detenuto da otto giorni e dopo che mercoledì scorso il gip di Venezia Benedetta Vitolo aveva dato l'autorizzazione alla visita, saltata perché né il giovane né i genitori erano ancora psicologicamente pronti.
Nicola Turetta ed Elisabetta Martini sono rimasti a colloquio col figlio circa un'ora. «Grazie per essere venuti da me», avrebbe detto lui che, sin da quando era stato estradato in Italia, continuava a chiedere di poterli vedere. Hanno pianto, si sono abbracciati e l'ex studente di ingegneria biomedica - stesso corso che frequentava Giulia, che era ad un passo dalla laurea - ha ripetuto parole già usate davanti ai magistrati: «Devo pagare tutto fino alla fine, ho fatto qualcosa di terribile, ho perso la testa, ma non volevo e so che non potrete mai perdonarmi».
I due genitori mai si sarebbero immaginati nella vita questa prova: stare vicino ad un figlio che non ha esitato ad infliggere più di venti coltellate a quella ragazza che anche loro conoscevano bene. Hanno lasciato il carcere in lacrime, ringraziando gli agenti della polizia penitenziaria per il loro lavoro di custodia, e hanno promesso al figlio che torneranno.