I famigliari del defunto attore e comico Totò stanno cercando di tutelarne l'immagine e hanno richiesto il cambio di denominazione per tutti quei locali che usano riferimenti al "principe". Totò sarà registrato, infatti, come un vero e proprio marchio e solo in certe circostanze i suoi eredi stanno concedendo l'utilizzo.
Totò diventa un brand
Pizzeria 'Totò' e ristorante 'A livella': presto i titolari dei locali con questo nome potrebbero ricevere una diffida che li sollecita a cambiare denominazione. Molti i locali, tra cui anche diverse paninoteche, di Napoli e del resto d'Italia che hanno usato in questi anni, per farsi riconoscere e come motivo di richiamo, il nome d'arte di Antonio de Curtis: su iniziativa degli eredi del «principe della risata», ora però, il nome «Totò» è diventato a pieno titolo un brand, un marchio.
Sanzioni per l'uso improprio
Questi esercizi commerciali sono sempre tappezzati di immagini dell'artista napoletano morto a Roma nel 1967, spesso ritratto insieme con Peppino De Filippo. Ma innumerevoli sono i richiami anche alla città di Napoli. Gli eredi del «principe» chiedono che il nome d'arte non sia più utilizzato per fini commerciali e pubblicitari: questo comporta che non possa comparire su insegne, menù, confezioni d'asporto e anche sui siti web. E ogni violazione accertata costerà 200 euro. A far partire l'iniziativa degli eredi di Antonio De Curtis, nel febbraio 2023, sarebbe stato il caso di una pizzeria di Torino: da allora, per evitare sanzioni, molti esercizi commerciali hanno già avviato una procedura di mediazione.
I famigliari vogliono tutelare i diritti del defunto attore
«Stiamo cercando di tutelare l'immagine di mio nonno», ha detto Elena de Curtis, nipote di Totò, in dichiarazioni al Messaggero ed al Mattino. «Ma quando si è in buona fede un accordo si trova», aggiunge la figlia di Liliana De Curtis, figlia del «principe» e morta nel giugno del 2022. Il problema, infatti, sono le speculazioni: «Ci imbattiamo nell'utilizzo del suo nome - spiega - ma anche della sua immagine e delle sue opere, senza nessun rispetto per il diritto che li tutela». «Ci siamo trovati su una bottiglia di vino, - fa sapere ancora Elena - senza sapere assolutamente nulla, l'etichetta 'A livella, e chissà in quanti altri casi non ce ne siamo accorti». «Di fronte all'amore per l'artista che si è voluto omaggiare - assicura la nipote di Totò - siamo disposti ad avviare, come abbiamo sempre fatto, del resto, un'interlocuzione, in alcuni casi stiamo dando anche l'autorizzazione all'utilizzo». Dialogo sì, uso indiscriminato no.