PADOVA - Ha peregrinato per tre anni tra ortopedici, neurologi, reumatologi, terapisti del dolore per dare un senso, un nome e una terapia a quella sua sofferenza diventata insopportabile. Lei è Veronica, 30 anni, e l’inizio di quello che è diventato un incubo è stata una passeggiata con il suo cane, un pastore tedesco.
«Era il 2016: stavo portando a spasso il mio cane al guinzaglio quando improvvisamente mi ha strattonato in avanti e girato il braccio dietro alla schiena con una strana torsione; da questo episodio ho riportato un trauma distorsivo al braccio destro e fin da subito non ho più avuto il tatto al pollice della mano».
Per la giovane donna inizia una lunga trafila tra risonanze magnetiche al collo, al braccio, al polso, elettromiografia, agopuntura. La svolta, all’Ospedale Borgo Roma di Verona dove nel gennaio 2020 Veronica prende appuntamento con il dottor Massimo Parolini dell’équipe di Terapia Antalgica diretta dal professor Enrico Polati. Si scopre così che soffre di una malattia chiamata Algodistrofia di tipo 1. «Grazie al loro intervento, a dicembre scorso la mia vita è tornata normale: ho ripreso a portare pesi, a lavarmi i capelli, impastare la pizza, scrivere con la mano destra. Cose che sembrano banali, per me sono diventate grandi vittorie».