Lirica, nel Salento leggerezza e ironia
con il "Ballo in maschera"

Lirica, nel Salento leggerezza e ironia con il "Ballo in maschera"
di Eraldo MARTUCCI
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Domenica 24 Febbraio 2013, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 19:00
LECCE - I teatri italiani hanno a lungo dimenticato e snobbato un capolavoro come “Un ballo in maschera” di Verdi. Ottima scelta dunque quella del direttore artistico Sergio Rendine, che l’altra sera al Politeama Greco l’ha proposto come secondo titolo della 44ma stagione lirica della Provincia di Lecce. Vibrante il successo e due le repliche: questa sera alle 18 al Politeama Greco e domani alle 21 al Verdi di Brindisi.



“Un ballo in maschera” probabilmente non è la più compiuta, ma certamente è la più difficile dell’opere di Verdi per quello stare in bilico tra tragedia e commedia, per la scelta del compositore di superare le categorie del comico e del tragico ed approdare ad una completezza che prima di lui era stata solo di Shakespeare. E non a caso sono tanti i problemi che presenta la realizzazione di quest’opera. I valori d’affetto, di bontà, di leggerezza nello stile comico (quelli che Nietzsche andava a cercare nella “Carmen”) sono comunque venuti fuori abbastanza nell’esecuzione dell’altra sera, non apprezzabile in tutte le sue componenti ma complessivamente riuscita per il numeroso pubblico.



Nel cast
la giovanissima salentina d’origine brasiliana Luciana Distante ha debuttato con successo nel ruolo di Amelia. L’interpretazione della Distante, voce robusta e di bel colore, è andata migliorando da un atto all’altro, trovando la massima intensità di vibrazioni in quella spiegazione coniugale del primo quadro del terzo atto, il momento migliore della tradizionale regia di Antonio De Lucia, che ha saputo ben gestire il particolare momento musicale che prevede un inusuale addizionarsi delle voci. Da lodare anche la sobrietà dignitosa con cui il baritono Domenico Balzani si è calato nella parte di Renato. Credibili scenicamente l’Ulrica del contralto Evghenia Dundekova e l’Oscar del soprano Gemma Cardinale. Ma “Un ballo in maschera” è impostata sul mito del tenore, esaltazione di un tipo vocale che alterna l’esuberante spensieratezza all’effusione sentimentale. Queste componenti la bella e squillante voce di Piero Giuliacci, cantante di affermata carriera, le ha fatto però vedere solo in parte.



In linea con le precedenti anche in questo caso è stata di alto livello la prestazione del Coro lirico di Lecce ottimamente diretto da Emanuela Di Pietro. Buona la direzione di Filippo Zigante, che ha saputo ricavare dall’affidabile orchestra “Tito Schipa” morbidi suoni in armonia con le voci dei cantanti.
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