Dopo 35 anni torna Carosello
Appuntamento da stasera su Rai1

La vecchia sigla di Carosello
La vecchia sigla di Carosello
di Anita PRETI
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Lunedì 6 Maggio 2013, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 15:46
Nel mare delle citazioni si pu pescare questa: i ricordi, per averli, bisogna prima viverli. vero. Tutti coloro che hanno ormai i capelli bianchi, i nati nel 1950 o poco, pochissimo prima, e che nelle ore libere fanno di professione i telespettatori,
stanno coltivando in queste ore il ricordo del loro primo “Carosello” che coincide più o meno con la loro infanzia e giovinezza



Da questa sera, su RaiUno, la sigletta, quella allegra piccola marcia, riprenderà a risuonare nelle case del Belpaese esattamente come alle 20.50 di domenica 3 febbraio 1957 quando la Televisione varò l’esperimento “Carosello”. Per il “Carosello reloaded” l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai è tornata ad incidere il brano (con piccoli nuovi apporti) nell’auditorium “Toscanini” di Torino. «La musica di “Carosello” è “Carosello” stesso: senza quella musica non sarebbe la stessa cosa, anche per questo sono felice che ritorni», ha dichiarato Rosa Maria Gervasio, figlia del creatore della celebre sigla.

Raffele Gervasio barese, classe 1911, è stato allievo del conservatorio “Piccinni” prima di farvi ritorno per la cattedra di composizione, su volere di Nino Rota. Gli studi severi a Pesaro, Firenze, all’Accademia di Santa Cecilia, sono stati le basi per una scelta inusuale: le sigle e le musiche per il teatro ed il cinema (come “Carosello napoletano” di Giannini).



Il primo salentino che si affaccia dietro i siparietti di “Carosello” è invece Giustino Durano. Proprio nel 1957 Durano, attore già celebre e non solo per il suo sodalizio con Dario Fo, gira “Sette storie con morale” per una casa farmaceutica. Al suo fianco Rosanna Armani (sorella di Giorgio), oggi condirettore di “Sorrisi e canzoni”. L’anno dopo Giustino è “Leone all’altezza della situazione”, indispensabile portiere di uno stabile affollato.



Ancora un anno e Silvio Noto, presentatore barese che dividerà con Enzo Tortora il successo di “Telematch”, conduce il quiz “Qual è il motivo?”, creato da Marcello Marchesi, per una nota fabbrica di frigoriferi.

Anno felice quel 1959, perché la Puglia raddoppia con Nicola Arigliano che diretto da Luciano Emmer (uno dei tanti nomi del cinema italiano che accettano la formula “Carosello” come i fratelli Taviani, Elio Petri, Valerio Zurlini e così via) ed in buona compagnia del mitico Fred Buscaglione e dell’urlatore Tony Dallara, gira uno spot per il Digestivo Antonetto. Seguiranno tre lustri di presenza continuata per il grande Nicola: da “Lo scommettittore” a “Vacanze in Piemonte”, sempre convinto di poter convincere gli italiani a digerire bene. “Scommettiamo una cenetta…”: qualche volta, le sue, sono “scommesse donchisciottesche”: è così che le definisce Umberto Eco intento ad occuparsi della fenomenologia Arigliano così come farà con Mike Bongiorno. Ma tant’è: non si rinuncia ad un “appuntamento, yes…” con Nicola (è la sigla di un altro “Carosello”).



A tallonare questi nomi, in ordine di apparizione, c’è Domenico Modugno che nel 1960 è il protagonista di uno spot corroborante “Mi dai la carica” e nello stesso tempo consegna a Josephine Baker, per “Canzoni” che reclamizza un dopobarba, la sua “Io solo io”. Poi, dal 1964 al 1968, trionfa perché “Con Api si vola”.

Infine Renzo Arbore che, nonostante abbia fatto molta pubblicità, nella storia di “Carosello” entra solo con “Arbore e Boncompagni naturalmente”, nel 1975.

Un loro amico, Massimo Catalano, recentemente scomparso, è tra I Flippers. Il loro piccolo show per le vie di Roma, nel 1965, è ancora uno spettacolo da non perdere. Dirigono i fratelli Taviani, suonano appunto i Flippers: Catalano, Fabrizio Zampa ed un giovane promettente di nome Lucio Dalla.

Ma tra i complessi impossibile dimenticare i Brutos dei quali fa parte il barese Dino Cassio. Debuttano nel 1961 sul piccolo schermo e quando vi fanno ritorno per una nota cera, nel 1974, sono reduci dall’Olympia di Parigi.



L’elenco del “Carosello” pugliese non finisce qui. C’è Lino Patruno con e senza Gufi (“Don cosacco del Din”, per lanciare caramelle); ci sono Rosanna Fratello ed Isabella Iannetti che è di Trani e si impone ad un Cantagiro. Ci sono le attrici: Lucia Catullo, barese, che ha lavorato con Gli Associati e quindi anche con Volontè; c’è Milla Sannoner, di Foggia; Rossella Como, tarantina, ottima caratterista nei film in bianco e nero degli anni Cinquanta e Sessanta ed in “Carosello” diretta da Steno. Un’altra tarantina, Isabella Biagini nel cortissimo di Giuliano Montaldo “Il subagente segreto Bubusettete” con Renato Rascel, nel 1967. Da ricordare, poi, Ubaldo Lay, pugliese d’adozione, il famoso tenente Sheridan, che fece di Mesagne la sua città. Infine una curiosità: l’artista Pino Pascalin nel 1961 firmò la scenografia del “Piccolo fuggitivo” dedicato al bambino Pipp, e fu regista ed interprete di “Questo è il paese del sole”, pazzariello napoletano per la Cirio.
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