Frosinone, l'allarme: «La droga? Un divertimento. S'inizia per gioco»

Frosinone, l'allarme: «La droga? Un divertimento. S'inizia per gioco»
di Elena Pittiglio
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Mercoledì 2 Novembre 2022, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 10:28


I ragazzi sono sempre di più alla ricerca di sensazioni forti e da sballo. All'uso di droghe preferiscono anche unire combinazioni di alcoolici, non conoscendo, fino in fondo, i rischi che tali comportamenti provocano. La fotografia scattata dagli operatori di strada di Exodus restituisce un quadro allarmante. Si abbassa la soglia dell'età tra i giovani che usano droghe, mentre la piazza resta il luogo in cui è più facile acquistarle, seguita dalle scuole e dalle università. L'uso di sostanze non si ferma soltanto ad una sera, ma continua nel tempo. Ma come si è arrivati a delineare questo quadro?

LE DOMANDE
La scorsa estate l'équipe dell'unità di strada della comunità Exodus, che soltanto qualche giorno fa ha spento la 32esima candelina, ha avvicinato il popolo della notte' della provincia di Frosinone. Per tre mesi la carovana ha toccato in lungo e in largo diversi centri della provincia. In ogni tappa, i volontari hanno sottoposto all'attenzione dei ragazzi il questionario che accompagnava la campagna 6 tanto sicuro? L'indagine aveva come obiettivo mettere in discussione i soliti luoghi comuni, secondo i quali: le droghe non sono poi così dannose; l'uso si può controllare. Ad accettare l'invito dei volontari sono stati 500 ragazzi, i quali, in tutta riservatezza, hanno risposto alle domande attraverso i propri smartphone.
I risultati dell'indagine dicono che all'uso di droghe si fa ricorso per divertirsi. Così la pensa il 58,2% degli intervistati. Il 51,6% la prende per provare; il 49,1% è spinto dalla curiosità; il 39,2% per non rimanere esclusi dal giro di amicizie; il 22,1 per ribellione e il 20,9 per noia. Gli stessi giovani hanno affermato che c'è una parte che rifiuta le droghe. Secondo le risposte fornite dal campione sottoposto ad indagine, il 61% ha riferito che il no' all'assunzione di droghe nasce dalla voglia di divertirsi dei giovani senza uso di sostanze che alterino la realtà. A questo dato segue un 48,4% per cui la rinuncia deriva dalla conoscenza degli effetti collaterali. Per il 42,8 chi si oppone è più forte di carattere.
Ma chi dovrebbe occuparsi di diffondere informazioni sulla droga? Per il 66% non ci sono dubbi.

Il compito di informare è demandato alle scuole. A seguire lo Stato per il 49,9; la famiglia per il 46,1 ed i media per il 42,2. In caso di necessità a chi si potrebbe chiedere aiuto? Per il 51,4% bisognerebbe rivolgersi ai genitori; per il 48% agli amici. Soltanto il 25,1% si rivolgerebbe ai SerD delle Asl mentre il 20,3% ad Exodus e l'11% agli insegnanti. Tra le sostanze quella più ricercata è la marijuana. Per il 76,6% è quella più usata, seguita da alcoolici (71,6); cocaina il 31,3; 20,9 psicofarmaci; 11,7% eroina; 9,2 allucinogeni e Lsd. Solo il 22,3% degli intervistati ha infine riferito di saperne in merito al mondo delle droghe. Il 38,2 ritiene di saperne un po'.

L'APPELLO
«La Regione Lazio ha una responsabilità enorme. afferma Luigi Maccaro, alla guida della comunità Exodus di Cassino Negli ultimi dieci anni non si è occupata del disagio crescente fra i ragazzi. Non esiste un sistema di prevenzione che coinvolga in maniera strutturata Asl, Comuni e Terzo settore». La proposta che viene avanzata da Maccaro alla Regione è la seguente: «Ci vorrebbe un centro di aggregazione giovanile in ogni città, almeno nelle più grandi. Va bene il bonus psicologo ma la prevenzione è un'altra cosa. Bisogna intervenire prima offrendo ai ragazzi opportunità formative che li rendano capaci di dire no a certi comportamenti devianti».

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