Donald Trump cerca di far saltare il banco, con l’aiuto della Corte Suprema. Quando l’assegnazione dei Grandi Elettori indica infatti a quota 248 lo sfidante democratico Biden contro i 214 del tycoon, ecco che la complessa macchina elettorale americana si congela di fronte alle proiezioni dello spoglio nel Winsconsin: «Ci stanno rubando il voto, ci sono brogli evidenti. Non lo permetteremo, stiamo vincendo ovunque», sono le parole di Trump che gelano il mondo.
Il Presidente chiede infatti il riconteggio dei voti nel Winsconsin assegnato a Biden dalla Cnn, ma non solo.
I risultati elettorali insomma sono ancora in bilico in almeno tre Stati, come nel 2016. Biden risponde per le rime: «Bisogna avere pazienza e noi saremo pazienti. Ma quello che dice Trump è uno scandalo, abbiamo pronte schiere di avvocati per batterlo anche alla Corte Suprema». Il fatto è che questa strada non è affatto rapida, anzi. Pur offrendo una corsia preferenziale al “caso elezioni”, i giudici dei vari gradi non potranno che impiegare almeno un mese prima di istruire le pratiche.
Addirittura Joe Biden e il partito democratico creano un “Fight Fund”, un fondo per combattere, per finanziare le spese legali contro Donald Trump. «Vogliamo mettere in piedi uno sforzo legale senza precedenti».
Insomma, mai come stavolta gli Stati Uniti sono un Paese spaccato a metà, lacerato dalle questioni razziali mai davvero risolte e da una crescita delle diseguaglianze economiche e sociali. Questo Paese sta assistendo ad uno scontro senza precedenti e che ha contrapposto due visioni opposte dell’America