Ovuli nello stomaco, ma si sente male: lo lasciano morire e lo squartano per recuperare la droga

Ovuli nello stomaco, ma si sente male: lo lasciano morire e lo squartano per recuperare la droga
Ovuli nello stomaco, ma si sente male: lo lasciano morire e lo squartano per recuperare la droga
2 Minuti di Lettura
Martedì 26 Giugno 2018, 10:01
Aveva iniziato a trasportare, nel 2011, ovuli di cocaina dopo averli ingeriti nello stomaco per conto di un gruppo di narcotrafficanti con cui aveva un debito di droga di circa 14mila euro. La tappa di partenza, per il 'rifornimento', era sempre la Repubblica Dominicana e le destinazioni erano la Spagna e la Svizzera, ma dopo aver fatto da corriere per anni aveva iniziato ad accusare gravi problemi di salute, che alla fine lo hanno portato alla morte, avvenuta la scorsa estate, dopo aver ingerito ben 67 ovuli simili a quelli della foto sottostante.

Droghe e medicinali nell'ambiente, gravi rischi per gli animali e per l'uomo: lo studio sulle anguille​



Questa la drammatica vicenda di un giovane spagnolo, residente a Gijòn: a raccontarla è 20minutos.es, che spiega come il ragazzo, tossicodipendente e deciso a onorare il debito con gli spacciatori, ne era diventato schiavo. Nel 2014 il giovane, la cui identità non è stata rivelata, aveva iniziato ad avere forti dolori di stomaco dovuti ad alcune emorragie interne: per questo aveva manifestato la sua intenzione di smettere, ma uno dei membri della banda lo aveva chiaramente minacciato di morte.

Tutto questo è durato fino al 7 luglio dello scorso anno, quando il ragazzo, giunto in Svizzera, aveva accusato forti dolori, convulsioni e attacchi di vomito, davanti a una coppia, due dei membri della banda, che dopo aver contattato telefonicamente i loro soci avevano deciso di lasciarlo morire. Dopo il decesso, per recuperare la droga, i membri della banda avevano squartato il cadavere, per poi farlo a pezzi, metterlo in una valigia trasportata nel portabagagli dell'auto fino al confine tra Francia e Spagna e abbandonarlo in un bosco.

Due giorni dopo Heriberto Reyes, che aveva abbandonato il cadavere, fu fermato al confine tra Francia e Svizzera con alcuni ovuli di cocaina, su cui era stato ritrovato il dna del giovane. Da lì erano partite le indagini che in meno di un anno hanno portato ad una sentenza di primo grado: Reyes, insieme ai suoi complici (la cugina Alba Cabrera, il fidanzato di lei Alexander Mendez e Benjamin Guzman), è stato condannato per traffico di stupefacenti, omicidio colposo e omissione di soccorso. Le pene variano dai 20 ai 23 anni e mezzo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA