Un po' i tempi, un po' la vecchia disaffezione verso la politica, un po' l'incertezza che si respira anche lontani da Montecitorio o Quirinale. La corsa al Colle è stata tutt'altro che appassionante e a raccontarlo sono i dati e l'analisi del sentiment sui social. Il picco di attenzione e ricerche è stato toccato alle 20 del 24 gennaio, cioè al momento dello scrutinio della prima votazione. Ad attirare l'attenzione degli italiani i nomi, spesso mai sentiti e quindi tra i più googolati (specialmente Maddalena, che ha visto un'impennata perché il più votato in entrambe le prime due votazioni) così come quelli di Alberto Angela, Amadeus, Zoff, ossia i nomi burla che tanto hanno fatto discutere sui social. «Ma davvero è necessario scherzare così in un momento del genere? Poi che fanno, se ne vantano a casa?», scrivono su Twitter i più polemici. L'eco delle votazioni arriva anche su Canale 5, dove Signorini (a cui è arrivata la notizia di una preferenza dalle urne di Montecitorio) in apertura del Grande Fratello scherza: «La prossima puntata potrei non esserci...».
Picco di ricerche alla prima votazione, poi il crollo
La caccia alle informazioni però è durata qualche ora. Perché già nella seconda giornata l'attenzione verso ciò che succedeva a Montecitorio ha riguardato quasi solamente gli addetti ai lavori e gli italiani più appassionati agli intrecci tra partiti e coalizioni. Il crollo delle ricerche è stato verticale: nella seconda giornata, sempre alle 20, le ricerche sono state oltre il 50% in meno del giorno precedente, e così i post sui social.
Da Maddalena a Cassinelli: i nomi più cercati
I politici più cercati sono frutto delle strategie e degli scrutini: dopo la prima votazione, l'impennata ha riguardato Paolo Maddalena, che ha catturato la scena in rete ed è stato il nome più cliccato su Google. Nella seconda giornata anche Nordio, Pera e Moratti dopo l'annuncio delle candidature da parte del centrodestra in conferenza. In serata invece i nomi più cercati sono stati quelli di Tondo, Tasso e Cassinelli, anche loro meno conosciuti tra l'opinione pubblica.
La terza giornata sarà ancora interlocutoria mentre da giovedì il "gioco" entrerà nel vivo, a Montecitorio così come sui social. A quel punto anche i «tempi biblici» non conteranno più. Ai più impazienti, verrà ricordata l'elezione del 1971: in quel caso ci fu bisogno di 23 scrutini e 16 giorni per eleggere il presidente della Repubblica.