Un “panorama” d’arte nelle strade del borgo

Un “panorama” d’arte nelle strade del borgo
di Laura PRANZETTI LOMBARDINI
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Giovedì 25 Agosto 2022, 05:00

Si chiama “Panorama” lo speciale racconto che Italics, il primo consorzio in Italia che riunisce oltre sessanta tra le più autorevoli gallerie d’arte antica, moderna e contemporanea attive su tutta la Penisola, dedica periodicamente ad alcune tra le località più belle del paesaggio italiano, attraverso un percorso tra arte, architettura, antichità e contemporaneo accompagnato da incontri aperti al pubblico, performance e progetti speciali. Una mostra diffusa che dal 1° al 4 settembre sarà a Monopoli, curata dal pugliese Vincenzo de Bellis, direttore associato e curatore per le arti visive del Walker Art Center di Minneapolis e di fresca nomina come direttore delle fiere e delle piattaforme espositive di Art Basel.

Classe 1977, nato a Castellana Grotte, nel Barese, è lui stesso a esordire spiegando che tutto è iniziato quando “sono andato a specializzarmi negli Stati Uniti, non appena ne ho avuto la possibilità, grazie a un bando pubblico della Regione Puglia intitolato “Bollenti Spiriti” che metteva a disposizione dei laureati pugliesi o residenti in Puglia borse di studio fino a 25mila euro per supportare master e dottorati all’estero”.
Da quel viaggio oltre Atlantico con una valigia ricolma di speranze e di voglia di fare, Vincenzo de Bellis è tornato con diversi obiettivi raggiunti e numerosi progetti per il futuro, legati anche alla qualifica ottenuta poco più di un mese fa di direttore delle fiere e delle piattaforme espositive in tutto il mondo di Art Basel, la fiera svizzera che organizza le manifestazioni di Basilea, Parigi, Hong Kong e Miami. Ma questo dopo l’imminente impegno del “ritorno in patria”, il progetto “Panorama” a Monopoli.

Ma come si fa a diventare Vincenzo de Bellis? 

«Che domanda (sorride)! Tanta passione e tanto lavoro. Vengo da una famiglia che non ha nessun rapporto con l’arte. Quando ho iniziato l’università mai mi sarei immaginato quello che faccio ora. Ci sono state una serie di coincidenze fortunate dettate dalla mia voglia di fare, emergere e soprattutto lavorare».

Quanto deve alla Puglia?

«Devo il mio carattere: la laboriosità e la disponibilità al dialogo in ricezione e in risposta sono qualità comuni nei pugliesi. E poi sono grato al bando dei “Bollenti spiriti” ma anche molto alla mia famiglia che mi ha supportato».

Di cosa si andrà a occupare ad Art Basel? 

«Non mi occuperò di una fiera in particolare. Art Basel è un gruppo globale che ha quattro eventi. Sono “il direttore dei direttori”. Mi spiego meglio: ci sono direttori nelle quattro fiere (Basilea, Parigi, Hong Kong e Miami) che sono i responsabili principali degli eventi. Io supervisiono il loro lavoro e farò in modo che si sia allineati. In pratica coordino i ruoli di tutti i direttori. E poi curerò l’Exibitionplatform, cioè sarò responsabile dei prossimi progetti di varie nature che andranno fatti in diversi luoghi del mondo ma che non coincidono con quelli delle fiere».

Come si passa dall’esperienza museale a quella fieristica?

«Il mondo dell’arte è sempre più ibrido e io non sono mai stato assimilabile a un modello. Vengo principalmente dal mondo dei musei, poi ho aperto una fiera, poi uno spazio no-profit, poi entrambi… quindi rappresento l’ibridazione totale del mondo dell’arte. Per me è naturale: le fiere non sono più delle mostre mercato come era un tempo.

Le fiere sono degli eventi, dei festival che hanno un evidente scopo commerciale ma al tempo stesso la qualità, come fossero delle mostre itineranti di tre giorni. Poi gli approcci sono diversi. Pensi solo a decine di migliaia di visitatori ad Art Basel pre-pandemia in quattro giorni. Numeri da capogiro».

A Italics i galleristi scelgono i luoghi dove esporre i propri artisti o vengono assegnati?

«I luoghi sono scelti da me e le opere sono scelte in dialogo tra me e le gallerie. Valuto le location che vengono discusse ovviamente con la città con riguardo le condizioni di sicurezza sia per le opere che per i visitatori dopodiché sono io o chi sarà il prossimo curatore negli anni successivi, a selezionare gli spazi per le opere. A volte le proposte non sono realizzabili e allora si apre un dialogo».

Vuol dire che dopo due anni non sarà più lei il curatore di Panorama Italics?

«Era già deciso. Panorama è un evento che va di città in città e di luogo in luogo. Ogni volta sarà curato da una persona diversa. Avendo fatto la prima edizione a Procida che era il numero zero, sono stato invitato anche a fare la seconda. Sin dall’inizio c’era l’intenzione di cambiare ogni anno luogo e curatore».

Dopo Procida, Italics arriva a Monopoli. È emozionato che una manifestazione con i più importanti galleristi italiani si svolga nella sua terra d’origine in un territorio quasi privo di gallerie?

«Sì, assolutamente. Non mi sento solo contento ma orgoglioso perché so di aver fatto tanto perché questo accadesse».

Secondo lei, in un prossimo futuro la Puglia investirà nell’arte?

«Ci sono tante persone che stanno dando vita a iniziative private. Io posso solo sperare che le persone responsabili della res publica che riguarda le arti, sia coordinata. La Puglia non deve perdere l’occasione di essere quello che è in tanti altri mondi. E soprattutto non perdere l’occasione che è questa grande attenzione a livello turistico di qualità, tutta farina del sacco dell’amministrazione pubblica ma anche dei locali che hanno investito. C’è tanto da fare e io non posso che sperare ed essere ottimista».

Con Italics guardate e guarderete sempre al Sud?

«Non è una domanda per me ma per il consorzio. Io concludo la mia esperienza con Monopoli, ma Italics vuole mettere in evidenza la bellezza del territorio attraverso l’occhio dei galleristi. L’Italia è bella tutta e va scoperta tutta. Siamo stati due volte al Sud, potrebbe essere naturale andare altrove ma bisogna mettere l’attenzione in quei luoghi che non sono già centri turistici o d’arte. So che ci sono varie ipotesi e per me questo progetto è lungimirante e veramente bello perché unisce tante cose: la valorizzazione di un luogo dove partecipano le realtà più importanti del settore, mescola l’arte antica, moderna e contemporanea. È il primo progetto di questo genere ed è anche il primo esperimento in cui le gallerie sono insieme promotrici di un evento culturale che non ha scopi direttamente commerciali. Tanto è vero che la visita alle mostre è totalmente gratuita e questo avvicina il mondo dell’arte, visto sempre come abbastanza respingente, alla gente che magari non ha la consuetudine di visitare le mostre: Italics porta l’arte da visitare da loro. È bellissimo e auguro il futuro più roseo perché è stato fatto con i migliori auspici. Spero che questo progetto abbia lunga vita».

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