Di Schiena, un giudice tra politica e Vangelo

Di Schiena, un giudice tra politica e Vangelo
di Cinzia MONDATORE
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Domenica 27 Giugno 2021, 05:00

“Ricordo Michele con gratitudine e affetto. Una grande figura della Chiesa pugliese, una coscienza civile forte, un uomo libero. Fulvio De Giorgi”.
È da questo post del 5 luglio 2020 e da un incontro a San Foca con Fulvio De Giorgi che nasce l’idea di una ricerca storico-scientifica sulla biografia di Michele Di Schiena. A noi che gli comunicavamo il forte smarrimento per la scomparsa di Michele, Fulvio sottolineava la necessità di evitare il rischio della “damnatio memoriae”. Immediata fu la sua disponibilità a collaborare alle iniziative dell’Associazione “Archivio per l’alternativa Michele Di Schiena” e, in particolare, ad approfondire storicamente la dimensione politica della figura poliedrica di Michele.

Il libro

Il testo “La buona battaglia del radicalismo evangelico. Michele Di Schiena nella sinistra cattolica”, edito da Manni, “costituisce un primo, sintetico profilo biografico di una figura significativa e originale di cattolico di sinistra: Michele Di Schiena (1934-2020), leccese di nascita ma brindisino d’adozione (avendo vissuto a Brindisi cinquanta dei suoi ottantasei anni)”, scrive nella introduzione l’autore. E i nove capitoli di questa biografia si possono considerare la traccia su cui l’Associazione lavorerà nei prossimi anni.

L’obiettivo era studiare il pensiero e l’azione politica di Di Schiena dagli anni ‘50 alla fine della cosiddetta Prima Repubblica (1994). Il risultato è un bellissimo affresco, disegnato con rigore storico e un’ampia documentazione archivistica, su una vita “singolare”: per i suoi ideali di vita (fedeltà al Vangelo, uguaglianza di tutti gli esseri umani, giustizia sociale, critica al capitalismo, difesa dell’ambiente); per il magistero umano, civile, politico e spirituale di grande e più generale interesse da lui esercitato; per l’influenza di questa esperienza sugli ambiti associativi locali, pugliesi e meridionali; per il suo intreccio, che il libro puntualmente ricostruisce, con le vicende nazionali e con le grandi questioni epocali dell’umanità.

L'impegno del magistrato

Il testo ripercorre l’intensa attività giovanile nelle Acli. Ricorda l’impegno prioritario di Di Schiena come magistrato e dà conto della sua visione, nella quale la Costituzione e i suoi principi avviavano un processo dinamico nei tre assi del diritto, della morale e della politica.

Il decennio 1976-1986 rappresentò la parte centrale e culminante del suo impegno nell’Azione Cattolica, come Presidente Diocesano e come consigliere nazionale: il momento del suo “roveto ardente”, nel quale la politica in un senso ampio, come cultura civile, aveva una sua rilevanza anche nell’impegno ecclesiale.
Michele non è stato mai iscritto a un partito e non è stato mai favorevole alla confluenza dei movimenti di base nei grandi partiti storici con i loro apparati. Personalmente poi non ha ceduto mai alle lusinghe del potere. Nel 1987 dalla segreteria provinciale, regionale e nazionale del Pci gli fu offerto, con una candidatura “sicura”, un seggio al Senato della Repubblica, ma dopo averlo valutato e apprezzato, declinò l’invito e citò pure la famosa lettera a Pipetta di don Milani.

Si è sempre sentito inserito nella sinistra cattolica con l’obiettivo di portare nella variegata sinistra politica la presenza di una componente di ispirazione cristiana, sinistra di cattolici e da cattolici (e con i poveri, in quanto cattolici). Ma si tratti della sinistra sociale, interna o contigua alla Dc, dei Cristiani per il Socialismo o della “diaspora” degli indipendenti cattolici nel Pci, della Lega Democratica o della Rosa bianca, dei Cristiano-sociali o della Rete di Orlando, la biografia di Michele Di Schiena mostra un abbraccio di lotta, un “cuore diviso”, come egli stesso ha una volta scritto.

Le ultime volontà

Michele Di Schiena si è spento a Brindisi il 28 giugno 2020. Ha voluto essere sepolto con il Vangelo e con la Costituzione della Repubblica. Per sua volontà, l’epigrafe sulla sua tomba è un versetto della seconda lettera di Paolo a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede».
Nelle conclusioni del libro, la “buona battaglia” richiama la potente immagine del libro di Genesi in cui si racconta l’abbraccio di lotta di Giacobbe con l’Angelo a Penuel, simbolo per una riflessione sulle due realtà, cattolicesimo e sinistra marxista. De Giorgi individua tre livelli storici: quello più ampio, culturale e politico, tra Cattolicesimo e Comunismo; quello del rapporto tra i cattolici di sinistra e le organizzazioni politiche della sinistra marxista; quello personale: fatto dalle storie di vita dei singoli militanti.

Ciascuno di questi livelli è inserito nel precedente e ciò, annota De Giorgi, fa sì che il fondo personale delle esperienze di sinistra cristiana sia essenzialmente religioso.

“Così è stato, indubbiamente, - conclude l’autore – per questo generoso uomo del Sud, Michele Di Schiena. E il suo sentirsi comunque sempre nella Chiesa, nel “noi ecclesiale”, ha globalmente tratto la sua biografia dagli episodici rischi di settarismo, attestandola sul radicalismo evangelico”.

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