Scienza e tecnologia: questione d’immagine

Scienza e tecnologia: questione d’immagine
di Giuseppe ANDRIANI
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Martedì 24 Maggio 2022, 05:00

Oltre 400 tra docenti e ricercatori, 150 progetti da presentare, 17 workshop, 11 tutorial, quattro keynote: la ventunesima edizione di Iciap, International conference on image analysis and processing, sbarca a Lecce per la prima volta. Due sedi: il convitto Palmieri e il teatro Apollo. Ieri e oggi i workshop nella nota biblioteca nel cuore del centro storico, poi sul palco di uno dei più importanti teatri della città le dimostrazioni pratiche e i convegni. Discussioni, ricerca e applicazioni al centro dei vari incontri, partiti già ieri, con un grande fermento al Convitto. Lecce, con un anno di ritardo (l’evento biennale si sarebbe dovuto tenere nel 2021, poi rinviato a causa della pandemia), al centro della ricerca sull’intelligenza artificiale. L’Iciap vede arrivare ricercatori e docenti da tutto il mondo, persino da Sudafrica e Giappone, tanto per fare due esempi. 

«Ormai le immagini sono alla base di tutto, con questa tecnologia sblocchiamo lo smartphone o facciamo le operazioni bancarie e qui vogliamo ragionare su ulteriori applicazioni pratiche, in svariati ambiti», spiega Cosimo Distante, general chair dell’evento, professore di Unisalento e ricercatore Cnr, che coordina l’Iciap con Stan Sclaroff, docente dell’università di Boston, e con il team del Cvpl (associazione italiana per la ricerca in computer vision). 

Scienza e tecnologia per cambiare la vita

Cinque giorni di studi e dimostrazioni pratiche. La scienza e la tecnologia possono cambiare decisamente la vita di tutti i giorni. Come? Svariati esempi partono da Lecce. Tra i protocolli di cui si è discusso ieri e si continuerà a discutere da oggi fino a venerdì, vi sono applicazioni della natura più diversa, a partire dall’ambito sanitario. Ad esempio: l’intelligenza artificiale può studiare i risultati delle lastre, in automatico, portando così il medico a trovare una prima parte del lavoro già fatta, cioè ad avere davanti a sé delle lastre nelle quali sono evidenziati alcuni aspetti significativi. «Non si può sostituire il medico - spiega Distante -, però gli si può facilitare il compito oppure si può aiutare il meno esperto». E ancora, per restare in ambito sanitario: da qui parte una discussione, con tanto di challenge, sull’analizzare le tac dei polmoni per studiare la percentuale di covid all’interno. Come funziona? I team dei ricercatori hanno già brevettato delle tecnologie, a Lecce verranno messi a confronto i risultati, dopo un’attenta analisi da parte di un’equipe di medici esperti del tema. 

Intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale può cambiare la vita dell’uomo anche in altri ambiti. Ancora esempi: le telecamere “intelligenti” possono modificare il nostro concetto di videosorveglianza. La messa in rete delle immagini può favorire un processo nel quale l’occhio digitale riconosce e fotografa una presenza umana, dopo averla individuata, studiando determinati parametri. Oppure l’intelligenza artificiale per la moda: telecamere in vetrina per i negozi e studio, in base ad espressioni facciali e temperatura corporea, del gradimento dei clienti che vi si fermano. E poi il “virtual try on”, cioè una telecamere che ti inquadra e ti permette di provare, senza muoverti, un capo d’abbigliamento, tutto in digitale, ma nello schermo appare l’immagine con l’abito addosso, compreso di pieghe o difetti vari. Sarà possibile provare un vestito senza fatica e senza muoversi. Oppure la smart farm: monitorare, a distanza, gli animali in un allevamento e riportare criticità e comportamenti anomali all’uomo, seguendo parametri pre-impostati.

Roba da film avveneristico, e invece se ne discute, in maniera tutt’altro che immaginifica, a Lecce in questi giorni.

«Avere qui un appuntamento del genere - racconta Distante - vuol dire poter aprire questo tipo di studi anche ai ragazzi della nostra università, ad esempio ci sono gli studenti del mio corso e possono confrontarsi con docenti di livello mondiale». E poi c’è quella vecchia storia, ormai di moda, per cui la ricerca deve venir fuori dalle aule universitarie ed entrare nel mondo reale. «Il time to market si è ridotto notevolmente in questi anni, c’è una spinta incredibile, un gran fermento per le nuove tecnologie. I ragazzi studiano, pensano a un dottorato e magari in seguito provano ad affermare un prodotto tramite la creazione di una start-up. Il percorso è sempre più breve». E da domani alcuni incontri saranno aperti agli studenti delle superiori di Lecce. «Magari - si augura il docente - qualcuno deciderà di intraprendere questa strada in futuro». Così la tecnologia cambierà la nostra vita, con l’utilizzo di immagini e con l’intelligenza artificiale. «Certo, questo non può sostituire l’uomo», dice Distante. E poi si lascia sfuggire un «per ora». Il futuro è già qui.

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