Arte, musica e... somari lungo la via Francigena

Arte, musica e... somari lungo la via Francigena
di Carmelo CIPRIANI
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Giovedì 6 Maggio 2021, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 05:46

Appena usciti dall'esperienza di una pandemia una comitiva composta da due musicisti, un fotografo, un regista, uno scrittore, un asino e il suo giovane custode, si mette in cammino decisa a percorrere l'ultimo tratto di una strada antichissima, la Via Francigena. Un cammino reale e simbolico, fatto di incontri e azioni artistiche, in cui ognuno con il proprio linguaggio e la propria storia, si ritrova in una comune idea di bellezza.
Sembrerebbe l'incipit di un racconto e per molti versi lo è. È l'inizio di un viaggio, più precisamente di un percorso, non immaginario ma reale, lungo la Via Francigena, strada su cui nel Medioevo (e oltre) transitavano migliaia di pellegrini desiderosi di raggiungere la Terra Santa.

La più nota delle strade romee partiva da Canterbury, oltrepassava la Manica, attraversava l'Europa continentale e giungeva nella città papale. Da lì proseguiva fino a Santa Maria di Leuca, passando per Brindisi e Otranto dove era possibile imbarcarsi per il vicino Oriente. Quest'ultimo tratto, tutto pugliese (riconosciuto e approvato nella sua storicità nel 2019 anche dalla Regione Puglia) sarà quello (ri)percorso dalla comitiva: i musicisti Enza Pagliara e Dario Muci, rinomati interpreti del canto popolare e della musica tradizionale, il fotografo Marcello Moscara, il regista Francesco De Giorgi, lo scrittore Raffaele Gorgoni, Martino Genchi e il suo asino Bartolo. Ad affiancarli nell'esperienza, seppur a distanza, anche la scrittrice Titti Pece, archeologa dei sapori.

Il progetto

Nato da un'idea di Marcello Moscara, il progetto Sulla Via Francigena il cammino degli Asini Dotti, al tempo stesso viaggio e performance artistica, trova nella figura dell'asino, antico mezzo di trasporto, il suo simbolo e la sua sintesi perfetta. Tradizionale metafora di stoltezza e umiltà (come dimenticare l'immagine dell'animale carico di sale e di spugne di Esopo o il destriero di Sancho Panza nel Don Chisciotte di Cervantes), l'asino è in verità icona duplice. Nel pensiero filosofico di Giordano Bruno l'animale è al contempo simbolo di conoscenza e ignoranza, dualismo che segna anche l'intera condizione umana. Un elemento carico di suggestioni filosofiche, rintracciabile anche in molteplici fonti letterarie e artistiche come la poesia Lecce di Vittorio Bodini e l'immagine dell'Asino arpista nel mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, solo per fare esempi a noi vicini, direttamente relazionabili con il progetto.

Un cammino a piedi di dieci giorni, dal 20 al 30 maggio, lungo 183,61 Km, dalla riserva naturale di Torre Guaceto alla Basilica di Santa Maria di Leuca, attraversando città, borghi, emergenze monumentali, testimonianze di valore storico e luoghi di valore naturalistico, paesaggistico e geologico.
«Quel che accadrà lungo il tracciato costituirà la materia sensibile del viaggio e del suo raccontarsi mentre succede», informano i protagonisti.

Suoni e canti, ascoltati e prodotti, visioni, riflessioni condivise, incontri casuali, tutto confluirà nel racconto di un'esperienza unica, vissuta a contatto con la natura e la storia. La biografia artistica dei protagonisti farà del cammino una narrazione e una performance artistica.

Ogni viandante metterà la sua sensibilità e la sua arte al servizio del comune cammino; ciascuno si esporrà allo sguardo e all'ascolto dell'altro, spendendosi sotto l'influenza di ciò che accade, dentro e fuori di sé. Un viaggio territorialmente circoscritto ma metaforicamente amplissimo, che nel tracciato reale e al tempo stesso simbolico della Via Francigena, coniuga l'antica immagine del Mediterraneo Mare Nostrum a quella più recente dell'Europa Unita, con al centro il Salento, ponte tra Oriente e Occidente.

Il viaggio

Fatto di storie e incontri, imbastito di natura e memoria, il viaggio costituirà un atto di rigenerazione, di riscoperta del sé e degli altri, particolarmente necessario dopo il lungo periodo di cattività imposti dalla pandemia. Un modo poetico per rispondere all'isolamento e alla solitudine dei mesi trascorsi.
Il logo, creato da Marcello Moscara, è tratto da un'opera pittorica di Giancarlo Moscara, compianto artista leccese scomparso nel 2019, e fa parte di una serie di lavori dedicati proprio al tema iconografico dell'asino musicante, oggi conservate nella Casa Museo Moscara. Nella creazione del lettering asini dotti l'autore del marchio ha utilizzato lettere originali disegnate anch'esse da Giancarlo Moscara, tra i protagonisti della storia della grafica e dell'illustrazione nell'Italia del secondo Novecento.

Il progetto, che troverà la sua naturale conclusione in un docu-film e in un libro fotografico, è nato dalla collaborazione tra Moscara Associati Progetti d'Autore, Nauna Cantieri Musicali e Nostos Production, col supporto tecnico di Maurizio Buttazzo (allestimenti), Elisabetta Selleri (PR e segreteria organizzativa) e Claudia De Ventura (social media manager).
 

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