Brindisi e provincia, è boom di turisti

Savelletri
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di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 11 Agosto 2016, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 19:18
Tutta, o quasi, la provincia di Brindisi è una meta turistica apprezzata sia dagli stranieri che dagli stessi italiani. A raccontarlo è il confronto tra i dati ufficiali rispetto alle sole strutture alberghiere resi noti da Pugliapromozione, l’agenzia regionale del turismo che ogni anno pubblica le statistiche riguardo agli arrivi e alle presenze, comune per comune, in tutta la regione. E i dati definitivi confermano le sensazioni di tutti: la provincia cresce.
Per la precisione, dal 2014 al 2015 gli arrivi e le presenze sono passati, rispettivamente, da 391.080 a 411.345 e da 1.602.304 a 1.726.999, con una crescita media degli arrivi del 4,93 e delle presenze del 7,17 per cento.
A fare la parte del leone, in termini assoluti, è Fasano, che nel 2015 ha fatto registrare 132.912 arrivi e 586.161 mila presenze, con una crescita del 6,91 per cento rispetto all’anno precedente. Sia per quanto riguarda gli arrivi che per le presenze, gli stranieri rappresentano poco meno della metà del dato, a dimostrazione che la località è particolarmente nota e amata all’estero.
 
Anche Ostuni, per quanto riguarda i numeri assoluti, si conferma tra le località più amate della provincia di Brindisi, con 91.796 arrivi e 403.200 presenze nel 2015. La crescita, tuttavia, è più bassa rispetto alle altre località di vacanza del territorio. Si ferma, infatti, al 2,51 per cento per gli arrivi e addirittura allo 0,43 per le presenze.
Molto meno rispetto alla diretta concorrente, in termini di flussi turistici, ovvero Carovigno. Che infatti si piazza leggermente più in alto rispetto (almeno per le presenze) alla Città bianca, al secondo posto dopo Fasano. Nella cittadina e nei suoi dintorni, costellati di campagne e trulli, ci sono stati 73.863 arrivi ma soprattutto 449.589 presenze, con crescite del 14,99 e del 17,47 per cento rispetto al 2014.
Solo al quarto posto, dunque fuori dal podio, si piazza il capoluogo, che sta provando in questi anni - fino ad oggi senza troppa convinzione ma soprattutto senza programmazione - a rilanciarsi come meta turistica, anche approfittando del successo della Puglia e del Salento in particolare. A Brindisi, nel 2015, sono arrivate 64.808 persone mentre le presenze sono state 148.592, contro i 63.793 arrivi e le 139,218 presenze nel 2014. Il che significa che nella prima categoria il capoluogo messapico è cresciuto dell’1,57 per cento mentre le presenze sono salite del 6,31 per cento. Gli stranieri, tra l’altro, rappresentano circa un terzo sia di arrivi sia per quanto riguarda gli arrivi che per le presenze.

Meno significativi i dati degli altri comuni, Ceglie Messapica compresa, che tra il 2014 e il 2015 ha fatto registrare - solo per quanto riguarda i dati relativi agli alberghi, è bene precisarlo - 5.450 arrivi e 13.764 presenze, con una flessione rispetto al 2014, rispettivamente, del 78.44 e del 62.15 per cento
«Il nostro - commenta il presidente di Federalberghi Brindisi Pierangelo Argentieri (nella foto in basso a sinistra) - è diventato un turismo maturo, fatto con programmazione, soprattutto sul fronte del turismo straniero. Questo ci spinge sempre di più a migliorare le nostre professionalità. Ritengo, comunque, che la provincia di Brindisi stia crescendo in maniera armonica. Tra l’altro con un prodotto nuovo come il luxury che spicca rispetto a tutto il resto».

Quello che succederà in quest’ultimo mese estivo del 2014 è difficile da prevedere ma, ammette Argentieri, «noto mesi un po’ alterni, quest’anno non vedo una spinta uniforme e costante. Ma sappiamo che il turismo si muove in base a dinamiche che vanno al di là del semplice clima. E ci sono stati tanti episodi che si ripercuotono sulle scelte di viaggio. All’estero molti hanno paura di viaggiare. Ed i belgi si sono mossi un po’ di meno. Poi, però, arriva agosto, che è il mese in cui ci si ritrova tutti: chi fa programmazione e chi ne fa meno. Ma, lo ripeto, qualità, professionalità e formazione dello staff sono indispendabili per rimanere in serie A».
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