Spiragli per “Dema”: su Finmeccanica pressing del governo

Spiragli per “Dema”: su Finmeccanica pressing del governo
di Elda Dinnicola
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Giovedì 11 Febbraio 2016, 09:27
Una ipotesi di salvataggio e rilancio di Dema, l’azienda del comparto aeronautico in crisi da circa un anno, è venuta fuori nel corso dell’incontro che si è svolto martedì scorso presso il Ministero dello sviluppo economico alla presenza del dirigente Giampiero Castano. Un percorso che è del tutto condizionato alla disponibilità di Finmeccanica-Agusta a rivedere i suoi programmi e alla volontà di tornare ad avere un dialogo con Dema che si possa tradurre in commesse per almeno un anno e mezzo. Sarebbe questo il tempo che necessita a Dema per riconsolidare la sua economia, diversificare la produzione, guardare al mercato e rilanciarsi.

La materia è piuttosto complessa tanto quanto la matassa da sbrogliare utile alla sopravvivenza della società di Somma Vesuviana e quindi dei 118 lavoratori in essa impiegati. Vale la pena ricordare che la crisi di Dema risale a circa un anno fa, ovvero da quando Finmeccanica ha deciso di internalizzare una serie di lavorazione tra le quali anche quelle che fino a quel momento venivano affidate a Dema. Dema aveva operato fino a quel momento, in regime di mono-committenza e quindi venendo meno l’unica committente (Agusta), la crisi è stata inevitabile. Con il tarscorrere del tempo, la crisi si è trasformata, il 25 gennaio scorso, in cassa integrazione straordinaria per 53 lavoratori su 118.

Con questo quadro generale martedì scorso le organizzazioni sindacali sono approdate, dopo una serie di rinvii, al Ministero dello Sviluppo. C’erano il direttore Castano, per la Regione l’assessore Loredana Capone, i segretari di tutte le sigle sindacali del comparto aeronautico e l’amministratore delegato di Dema. «Abbiamo subito fatto presente - precisa per la Fim Cisl Nunzio Semeraro - che non eravamo lì per il problema dei 53 lavoratori in cassa integrazione, ma per tutti e 118 i lavoratori e per questo abbiamo chiesto se era possibile applicare degli ammortizzatori sociali che possano essere applicati su tutti i lavoratori e non solo su 53».

In maniera tale che i sacrifici, nel periodo di transizione fino alla ripresa, possano essere divisi in maniera equa per tutti. Come ad esempio con il contratto di solidarietà, ma l’ipotesi si è rivelata immediatamente impraticabile. «La Direzione aziendale - riferisce Semeraro - ha spiegato che si sta operando un cambiamento tecnico-produttivo che tiene fermo l’impianto dove erano occupati i 53 lavoratori attualmente in Cigs, mentre lavora e si sta diversificando il reparto macchine». E qui entra in gioco la Regione. «L’assessore Capone - aggiunge ancora Semeraro - ha dato la disponibilità ad accedere ai Bandi della formazione per sopperire in questo modo al periodo di transizione». Periodo di transizione che è stato quantificato in circa un anno e mezzo.

Nel prossimo anno e mezzo Dema punta a consolidare l’azienda con l’ingresso di un nuovo socio, la Seri, che però prima di fare ingresso nella società ha chiesto di risolvere il problema dei 100 esuberi a Somma Vesuviana e per Brindisi lo scivolo, per l’appunto, di un anno e mezzo che si dovrebbe tradurre in commesse da parte di Finmeccanica. «L’amministratore di Dema - aggiunge ancora il sindacalista Fim - ha chiarito che non esiste alcun contenzioso con Agusta, ma solo una lettera che la società campana ha fatto recapitare ad Agusta per far notare la perdita che conseguiva a causa del mancato rinnovo delle commesse». In pratica circa 20 milioni di euro.

Il ministero si è impegnato a convocare al più presto Finmeccanica in un incontro al quale le organizzazioni sindacali hanno chiesto di essere presenti. In quella sede il Governo chiederà un assist da parte del colosso dell’aeronautica in favore di Dema e chiederà spiegazioni sul perchè Dema non sia più neppure invitata a partecipare ai Bandi di gara. Almeno per ora, i lavoratori che erano presenti a Roma in poco più di 50, hanno rimosso il presidio presso i cancelli di Agusta.
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