Intel, Brindisi ufficialmente candidata: «Primi a manifestare interesse»

Uno dei terreni disponibili ricadenti nel perimetro Asi
Uno dei terreni disponibili ricadenti nel perimetro Asi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Novembre 2021, 05:00

Già il 6 luglio scorso, rispondendo ad una mail del settore Internazionalizzazione della Regione Puglia, il direttore generale del consorzio Asi di Brindisi Pietro Palma inviava il modulo compilato per il “location scouting”, con il quale si illustravano le caratteristiche del sito disponibile nell’area industriale brindisina per l’investimento da parte di Intel. Nome che, tuttavia, ufficialmente nella missiva non compare mai.
La scheda era stata inviata da Invitalia per la “eventuale segnalazione di un sito per un possibile investimento nel settore dei semiconduttori”. Il progetto, si leggeva ancora, “promosso da azienda Usa leader nel settore della microelettronica per un impianto per la produzione di semiconduttori in Europa”, prevedeva “due moduli, per un investimento da 20 miliardi di dollari, circa 5mila addetti impiegati per la costruzione e circa 3mila a regime (di cui gran parte di elevato livello di specializzazione) escluso l’indotto”. L’azienda (ancora una volta non nominata), si chiariva inoltre, “sta ricercando la location industriale e il contesto di business ideali in vari Paesi europei, pertanto l’Italia è in competizione con altri stati per l’attrazione del progetto di investimento”. Infine, l’elenco dei requisiti per l’investimento. “Le caratteristiche principali della location ricercata sono le seguenti: dimensioni minimo 4 chilometri quadri fino a massimo 6 chilometri quadri (equivalenti a 400-600 ettari). Area: pianeggiante, asismica e facilmente accessibile da un punto di vista infrastrutturale. Collegamenti con aeroporti internazionali, per garantire facile connettività con l'Asia”. Il dirigente del settore Internazionalizzazione della Regione Puglia, in considerazione delle dimensioni eccezionali del sito e dei tempi molto stretti, suggeriva di includere anche proposte con aree di dimensioni più piccole rispetto a quelle richieste ma che potessero successivamente essere ampliate fino, per l’appunto, a 400-600 ettari inglobando aree confinanti.

Il nodo dei rifiuti

Qualche giorno dopo, a seguito di una richiesta di ulteriori informazioni da parte della Regione, l’Asi sottolineava che un impianto di quel tipo richiede “forniture molto grandi di energia elettrica, acqua, gas naturale, possibili in teoria, ma sicuramente subordinate a specifici accordi con la società di distribuzione. Una criticità notevole - aggiungeva il direttore generale del consorzio - a nostro avviso è la prevista produzione di ingenti quantità annue di rifiuti pericolosi.

Restiamo comunque disponibili - concludeva - per approfondimenti e per acquisire, ove possibile, maggiori dettagli sull’insediamento”.

I tempi ridotti

E questo, in realtà, era solo uno dei due investimenti previsti da Intel, ovvero quello relativo al “chip manufacturing”, al quale se ne aggiungeva un secondo, da ulteriori 3-5 miliardi di dollari, per “advanced packaging”. «Noi - rivendica il presidente dell’Asi Vittorio Rina - siamo stati probabilmente i primi a manifestare formalmente l’interesse ed inviare la scheda compilata. Cosa che abbiamo fatto in tempi strettissimi. Era evidente, infatti, che si trattava di investimenti notevolissimi, con una ricaduta occupazionale davvero importante. Per questo misi molta pressione alla struttura tecnica. Dopo l’invio della scheda, tra l’altro, ci sono stati ulteriori contatti e richieste di chiarimenti. Infine, la comunicazione che l’area di Brindisi era stata ufficialmente candidata per entrambi gli investimenti».

«Nessuna esclusione»

Formalmente, dunque, Brindisi non sarebbe affatto esclusa. «Per quel che ne so - chiarisce infatti Rina - siamo ancora in fase istruttoria. Magari la decisione è stata già presa ma io, ufficialmente, attendo che qualcuno mi dica che Brindisi è stata scartata. Cosa che, per il momento, non è ancora accaduta». Tra l’altro, conclude il presidente del consorzio, «un intervento del genere non è detto che vada realizzato necessariamente in area industriale. Ci sono molte altre aree che possono essere destinate a quel tipo di attività, con una variante urbanistica. Quando c’è convergenza e sinergia, tutto si può fare. Ad ogni modo, io quello che si poteva fare l’ho fatto, manifestando immediatamente l’interesse per l’investimento, inviando la scheda e interloquendo anche per il secondo investimento. Brindisi quindi, lo ribadisco, è ufficialmente candidata. Poi vedremo quello che succederà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA