Inchiesta sulla riqualificazione del porto, indagati Patroni Griffi e altri cinque

Inchiesta sulla riqualificazione del porto, indagati Patroni Griffi e altri cinque
di Roberta Grassi
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 16:27 - Ultimo aggiornamento: 17:27

 Una richiesta di proroga delle indagini preliminari della procura di Brindisi è stata notificata al presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi e ad altre cinque persone, tra cui l'ex commissario Mario Valente, tecnici ed esecutori di lavori, indagati per presunte violazioni edilizie nella riqualificazione dell'area portuale di Costa Morena, a Brindisi.
Sono coinvolti il dirigente Francesco Di Leverano, Cristian Casilli, Devis Rizzo e Francesco Caroli. Le indagini sono coordinate dal pm Raffaele Casto.
Le accuse contestate a vario titolo sono esecuzione di interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia in assenza di accertamento di conformità, in assenza di autorizzazione, lottizzazione abusiva. A quanto emerge dagli addebiti, le indagini si sono concentrate sulla realizzazione del terminal passeggeri del porto di Brindisi. Nel corso dell'attività investigativa è stato ascoltato come persona informata dei fatti anche il sindaco Riccardo Rossi. E' in corso di esecuzione una consulenza tecnica di parte disposta dal pm.

“A Brindisi non si vuole che il porto si infrastrutturi. Mi contestano un abuso edilizio per una opera, ill terminal Le Vele, non solo i cui lavori erano ripresi prima del mio insediamento, ma sulla cui legittimità si sono stratificate due sentenze del Tribunale di Brindisi, di cui una passata in giudicato, e il parere di numerose commissioni tecniche e finanche provvedimenti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”. Lo scrive il presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi su facebook, commentando la notizia dell'indagine.
“Non è stato edificato neanche un metro cubo – spiega Patroni Griffi – e non posso non rilevare che tra le motivazioni per la proroga delle indagini sia addotta la non condivisione della recente sentenza del Consiglio di Stato, come noto supremo organo della giustizia amministrativa, dacché, sulla scorta della convinzione espressa dall'avvocato del Comune, parte soccombente, la sentenza passata in giudicato sarebbe erronea”. 
Infne, conclude: “Quando pensi di averle viste davvero tutte”.

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