Faro sui "veleni di Brindisi". La commissione oggi a Micorosa

Faro sui "veleni di Brindisi". La commissione oggi a Micorosa
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Mercoledì 9 Marzo 2016, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 15:02
BRINDISI - Prima il sopralluogo nella mega discarica di fanghi industriali e poi il trasferimento a Bari, per ascoltare la voce delle istituzioni del territorio.
Giornata di focus sulla situazione brindisina, ed in particolare sull’avanzamento delle bonifiche, per la commissione Ecomafie presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti, giunta lunedì in Salento per una serie di verifiche sul campo e di audizioni nei Siti di interesse nazionale presenti in Puglia.
Dopo la mattina dedicata alla zona industriale di Taranto ed un incontro con il sindaco di Statte per discutere delle operazioni di bonifica del sito ex Cemerad, la commissione -composta, oltre che da Bratti, dai deputati Stefano Vignaroli (M5s), Stella Bianchi (Pd), Miriam Cominelli (Pd), Renata Polverini (Fi-Pdl) e Alberto Zolezzi (M5S) e dai senatori Pietro Iurlaro (Ala), Luis Alberto Orellana (Aut), Laura Puppato (Pd) e Bartolomeo Pepe (Gal) - si metterà in viaggio in direzione di Brindisi, dove dovrebbe arrivare intorno alle 15.30.
 

Qui andranno in scena i sopralluoghi all’interno della zona industriale ed in particolare nell’area Micorosa. Una discarica a cielo aperto di proporzioni spaventose ma soprattutto totalmente abbandonata, dunque in grado di contaminare per decenni non solo i terreni e la falda acquifera ma anche il mare, visto che l’area Micorosa è affacciata sull’Adriatico.
Micorosa è, per la precisione, una enorme discarica abusiva e a cielo aperto “ripiena” di fanghi industriali e scarti di produzione: 1,5 milioni di metri cubi di fanghi e scorie di ogni tipo, provenienti dal polo petrolchimico, sparsi su una superficie di quasi 50 ettari e sotterrati fino ad una profondità di circa cinque metri. Una bomba ambientale di proporzioni spaventose all’interno della quale è stata verificata la presenza assolutamente fuori controllo di enormi quantità di agenti inquinanti: cloruro di vinile in quantità di 7,7 milioni volte oltre il limite; 1,1 dicloretilene 198 milioni di volte superiori al limite; benzene 50mila volte oltre il limite, diossina 40 volte oltre il limite.
Dopo un lungo iter, dovrebbero finalmente partire a breve i lavori per la messa in sicurezza dell’area. Non una bonifica vera e propria, vista la quantità enorme di inquinanti, ma un “tombamento” che impedisca di fatto agli agenti contaminanti di raggiungere le aree circostanti e soprattutto la falda acquifera sottosante. Per questo progetto, che ha richiesto diversi anni, ci sono a disposizione 40 milioni di euro di fondi.
Che però, proprio per come si è conclusa la gara d’appalto, non dovrebbero essere utilizzati completamente.
Ha creato infatti diverse polemiche il ribasso del 74 per cento con il quale Comeap e Artec si erano aggiudicate la gara d’appalto, dopo una lunga e laboriosa verifica dell’offerta. Non solo polemiche, in realtà, ma anche un contenzioso giudiziario approdato di fronte al Tar di Lecce. Che però ha dato torto a Trs Servizi Ambiente Srl, Salvaguardia Ambientale Spa, Treerre Spa, Dalcas Spa e Sinnica Service Srl, dando il via libera al Comune per la firma del contratto e l’avvio dei lavori.
E proprio questo verranno a verificare i componenti della commissione Ecomafie. Anche se lo stesso legale di Comeap e Artec Fabio Patarnello aveva chiarito che «quel ribasso che aveva fatto un po’ scandalo non è reale. In questa gara, infatti, una grossa fetta, vale a dire quella per il personale, da circa 9 milioni di euro, non era ribassabile. Scomputata questa grossa fetta, il ribasso è del 54 per cento, dunque coerente con i ribassi nazionali nella categoria di questo tipo di lavori». Se le cose stiano davvero così oppure no, sarà compito della commissione Ecomafie svelarlo.
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