Intel, fronte comune della politica per portare gli investimenti a Brindisi

Intel, fronte comune della politica per portare gli investimenti a Brindisi
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Giovedì 4 Novembre 2021, 05:00

Tutta la politica locale, dai consiglieri regionali ai parlamentari, spinge perché di costituisca un fronte comune finalizzato a fortificare la candidatura di Brindisi ad ospitare gli investimenti di Intel in Europa. La società, infatti, è interessata a realizzare nel Vecchio continente uno stabilimento per la produzione di microchip, con un investimento da 20 milioni di euro, ed uno specializzato in “advanced packaging”, con un investimento fra i 3 ed i 5 milioni di dollari, e sta conducendo con i governi di Italia, Francia e Germania una trattativa riservata per la scelta dei siti. Il governo italiano, a sua volta, sta raccogliendo candidature tramite le Regioni che stanno in questo senso dialogando con i territori per la scelta delle aree più adatte rispetto ai requisiti richiesti.

In quest’ambito, già il 6 luglio scorso il consorzio Asi di Brindisi si è candidato ad ospitare entrambi gli impianti, rispondendo nelle settimane successive ad ulteriori richieste di dati e informazioni.

La necessità di una "spinta" politica

In molti, tuttavia, chiedono che questa candidatura possa essere in qualche modo rafforzata grazie alla spinta della politica e dei rappresentanti del mondo economico e sindacale. Per il deputato e commissario regionale di Forza Italia Mauro D’Attis, «la ricerca di un insediamento produttivo annunciato dal gruppo Intel impone determinazione e concretezza». Ecco perché D’Attis propone al presidente dell’Asi Vittorio Rina «un incontro istituzionale su questa vicenda. Io ho già dato la mia disponibilità (pur se non raccolta da chi continua, sulle grandi questioni, a ignorare) e la concreta intenzione di interloquire direttamente con il vice ministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto». Per il consigliere regionale Pd e presidente della commissione Bilancio del consiglio regionale Fabiano Amati, bisogna mettere da parte le «timidezze» che, evidentemente, dal suo punto di vista ci sono state fino ad oggi. «La proposta pugliese all’investimento Intel - sostiene - è nei cosiddetti lotti meridionali della zona Asi di Brindisi. È un’area già analizzata nelle sue caratteristiche ambientali, prossima al carbondotto (utilizzabile come asse attrezzato) e con a ridosso una stazione del nuovo collegamento ferroviario. C’è però bisogno di tenere alta l’attenzione sul potenziale di Brindisi e superare pure qualche timidezza delle istituzioni e associazioni brindisine». L’area, ricorda tra l’altro, è «a ridosso della costruenda stazione elementare del nuovo collegamento ferroviario». Per non parlare della «stretta connessione dell’area con il sistema portuale e aeroportuale, la principale arteria stradale Adriatica, e la prossimità con l’ulteriore aeroporto di Grottaglie. E non è tutto: l’area infatti ben potrebbe essere ampliata, poiché confinante con proprietà fondiarie ampie e pianeggianti». Ecco perché se Intel sceglierà la Puglia non potrà che scegliere Brindisi, ovvero «la soluzione più ragionale e quella in grado più delle altre di battere la concorrenza». Ma per rafforzare la candidatura, conclude, occorre «organizzare un comitato di buona volontà, che abbia entusiasmo pari a quello che regolarmente si mette per vincere le partite più difficili». Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luigi Caroli, infine, dice che si sarebbe aspettato dalla Regione e dal presidente Michele Emiliano la candidatura di Brindisi «come forma di risarcimento verso una provincia dimenticata» dal suo governo. «Sarebbe - sostiene - un bel segnale di attenzione verso un territorio che viene sempre considerato di serie B, che vede sempre premiare il Salento o il Barese su qualsiasi scelta di investimento. Per questo non ci ha meravigliato che l’assessore allo Sviluppo economico, il leccese Delli Noci, avesse individuato per Intel, guarda caso, un’area nel Leccese e una nel Barese, forse per accontentare anche il presidente Emiliano. E noi brindisini stiamo a guardare».

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