Furti di farmaci, ancora un errore: terzo reintegro

Furti di farmaci, ancora un errore: terzo reintegro
di Roberta GRASSI
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Sabato 8 Luglio 2017, 05:30
Giovedì le prime sentenze, tutte di condanna, nell’ambito dei procedimenti penali per peculato, furto e truffa che hanno trattato di sparizioni di medicinali dalla farmacia ospedaliera del Perrino di Brindisi, attribuite a personale Sanitaservice. All’indomani arriva la terza decisione del giudice del lavoro che reintegra ancora un altro degli imputati, sempre per la stessa ragione: un errore tecnico nel rispetto dei tempi di notifica del licenziamento. Quattro giorni di ritardo e l’interruzione del rapporto di lavoro, dovuta a “giusta causa”, è da ritenersi nulla. 
Il dipendente, come gli altri due colleghi, non solo tornerà in servizio ma dovrà essere risarcito dalla società partecipata della Asl anche dell’ammontare degli stipendi non percepiti da dicembre a oggi, e cioè dal momento in cui era stato mandato a casa fino al giorno del rientro a lavoro. 
Il provvedimento porta la firma del giudice del lavoro Maria Forastiere. È il secondo emesso dallo stesso magistrato. Prima era stato Francesco De Giorgi, sempre della sezione Lavoro, a esprimersi secondo lo stesso indirizzo. Il primo ricorso di un dipendente licenziato era stato depositato a fine marzo: vi era spiegato che la persona in questione era stata impiegata presso la società nel maggio 2012. Nell’ottobre del 2016 era poi scattato il blitz, con tanto di arresti. Il 18 ottobre era stata comminata la prima sanzione disciplinare. Gli veniva contestato di aver posto in essere “gravi comportamenti e condotte delinquenziali”. L’uomo aveva quindi chiesto di essere ascoltato, per poter fornire al datore di lavoro la propria versione dei fatti. Per discolparsi. L’audizione era effettivamente avvenuta il 24 novembre. Da quel momento in poi, stando a quanto stabilito dal Contratto nazionale del lavoro, decorreva il termine di 30 giorni entro cui l’azienda avrebbe potuto procedere. Il licenziamento è avvenuto il 29 dicembre, 34 giorni dopo. Secondo quanto sottolineato dal giudice il termine di 30 giorni ha una sua ratio. Trascorso quel tempo, infatti, l’eventuale “silenzio” del datore di lavoro va interpretato come una sorta di accoglimento delle tesi avanzate dal “sanzionato”. Insomma, se la società non risponde, ciò significa che le giustificazioni addotte sono state ritenute soddisfacenti. 
 
È quindi “decaduto l’esercizio del potere disciplinare”. Il Tribunale di Brindisi ritiene che la conseguenza del mancato rispetto del termine sia “l’impossibilità di adottare il provvedimento disciplinare” e quindi il venir meno della “giusta causa”. E lo ritiene per tutti i lavoratori che hanno impugnato il licenziamento.
Sulla questione Giuseppe Pasqualone, il direttore generale della Asl dalla cui denuncia è nata l’inchiesta sui furti a raffica nella farmacia del Perrino, ha informato la procura e avviato una inchiesta interna. 
Sul fronte penale, intanto, giovedì scorso sono state decise quattro condanne fino a 4 anni e 8 mesi per gli episodi contestati anche in un’ordinanza di custodia cautelare disposta nell’ottobre del 2016 dal gip Stefania De Angelis: sette persone furono poste agli arresti domiciliari, due in carcere e per uno scattò l’obbligo di dimora.
Le pene decise dal gup di Brindisi, al termine di un processo con rito abbreviato sono le seguenti: per Massimiliano Bataccia 3 anni e 8 mesi; Michelangelo Lombardi 4 anni e 8 mesi; Olivier Cannalire 3 anni e 4 mesi; Ignazio Menga 10 mesi. I quattro sono stati anche interdetti dai pubblici uffici per cinque anni. Dovranno risarcire la Asl di Brindisi, costituita parte civile e dovranno versare all’altra parte civile, proprio la Sanitaservice, una provvisionale di 5mila euro.
Gli altri imputati (in due diversi processi) sono Damiano Bissante, Cosimo De Tommasi, Attilio Ferulli, Sergio Gianfrate, Saverio Pollio e Santo Schiena; Giovanna Peluso, Emiliano Licciuli, Daniela Aurora Caramia, Rosanna Del Vecchio, Anna Lucia Balestra, Maria Lucia De Biasi, Pasqualina D’Alessio, Alessandra Maria Anna Semeraro, Maria Giovanna Semeraro, Raffaele Toma, Maria Antonietta Santoro, Luca Greco e Antonietta Stasi. Alcuni di loro sono dipendenti Sanitaservice, altri sono invece esterni che rispondono della ricettazione dei farmaci. 
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