I tesori della chiesa San Giuseppe: risplendono gli affreschi del ‘900

I lavori sono durati tre mesi, da novembre a febbraio

I tesori della chiesa S. Giuseppe: risplendono gli affreschi del ‘900
I tesori della chiesa S. Giuseppe: risplendono gli affreschi del ‘900
di Viviana MINERVINI
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Venerdì 22 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 07:14

La vita di Gesù osservata dalla prospettiva di San Giuseppe. È la storia narrata per immagini, come una biblia pauperum, dal pittore Umberto Colonna che nel 1938, ad appena 24 anni, decorò con affreschi la chiesa, risalente al XII secolo, che sorge su corso Sidney Sonnino, in pieno quartiere Madonnella a Bari. La grande facciata è divisa in tre parti e dà vita alle altrettanti porte e su ciascuna di esse vi sono piccoli timpani affrescati: L’Annunciazione della Vergine, lo Sposalizio di san Giuseppe e la Natività.

Nel grande timpano, invece, vi è illustrato il ritrovamento di Gesù nel tempio che disputa con i dottori. Racconti per immagini che, nei giorni scorsi, sono tornati a splendere, restituiti alla comunità dei fedeli e alla città, dopo un meticoloso intervento di restauro.

I lavori

Lavori fortemente voluti dal parroco, don Donato Lucariello, e resi possibili grazie ad un contributo dell’assessorato ai Lavori pubblici della Regione Puglia. Il progetto, che porta la firma dell’architetta Alessandra D’Amato e della restauratrice Anna Maria Riefolo, rispettivamente direttore dei lavori e direttore operativo di cantiere, ha ottenuto il nulla osta dall’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto e della Soprintendenza Archeologica della Città Metropolitana di Bari. I lavori sono durati tre mesi, da novembre a febbraio, e sono stati eseguiti dalla ditta ND Conservazione e Restauro del restauratore Nicola Delvecchio, sotto l’alta sorveglianza della dottoressa Enrica Dardes e della restauratrice Tizia de Lillo. «Ci siamo trovati dinanzi ad affreschi realizzati in un tempo recente e pensavamo non avessero mai subito interventi – racconta la restauratrice Anna Maria Riefolo -, invece non appena alzato il ponteggio abbiamo avviato una indagine diagnostica del materiale pittorico, rilevando un restauro che, presumibilmente, potrebbe essere risalente a circa quarant’anni fa. Lo stato di conservazione non era buono, anche a causa della vicinanza della chiesa al mare, quindi ad agenti atmosferici come la salsedine».

In particolare la lunetta più grande «era completamente illeggibile, con pochissime tracce di colore, ma ci siamo accorti, nel corso del lavoro, che il pittore Umberto Colonna, esattamente come i grandi artisti del passato, incideva il disegno nell’intonaco: questo ha reso possibile, assieme anche ad alcune testimonianze fotografiche degli anni 90, risalire alle immagini originarie, integrare la parte pittorica e restaurare l’intera opera». La vera scoperta è però la mano dell’artista Colonna, di origini baresi, che ha legato la sua fama a opere di ispirazione religiosa e decorò diverse chiese da Bari a Lecce, passando per Brindisi. E proprio quest’ultima città diede i natali al pittore Salvatore Fantasia, col quale Colonna avviò un proficuo sodalizio professionale. A sviluppare la sua sensibilità il suo soggiorno formativo a Verona e Venezia, dove frequentò – tra il 1937 e il 1938 - lo studio di Ettore Tito: proprio in questo periodo eseguì l’affresco, a Verona, della Basilica di Santa Teresa a Tombetta simile, per impostazione, alla chiesa di San Giuseppe a Bari: quest’ultimo un luogo di culto importante per il quartiere, all’epoca povero e ricco di abitazioni di residenza popolare, che doveva essere punto di riferimento e slancio verso il futuro. Proprio questo fu il compito di Umberto Colonna che, figlio di Nicola (“pittore di buon mestiere”, che ha decorato palazzi signorili a Bari, tra cui palazzo Colonna Derobertis e Villa De Grecis), rispettando la lunga tradizione di famiglia, continua a far battere di passione il cuore di Mario, suo figlio, valente pittore e scultore, per molti anni direttore dell’Accademia di Belle Arti di Bari.

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