Bari si conferma hub dell’innovazione e la Regione Puglia crede e investe nell’innovazione, potendo contare su un ecosistema ormai collaudato e rappresentato da università, Its, start up e imprese. E così fra i nove nuovi progetti presentati ieri in Giunta regionale è stato ammesso quello di Ibm Innovation Center.
Ibm è ormai una di quelle aziende radicate nel territorio, è presente infatti dal 1959 a Bari, gli anni del boom economico quando diversi gruppi industriali italiani si vennero a insediare in Puglia. Ibm ha realizzato per il pubblico e il privato applicazioni di trasformazioni digitali complesse e strategiche in vari settori dell’industria. Poi a fine del 2019, ha aperto a Bari una sede del Client Innovation Center, parte integrante di Ibm Consulting. Il 6 luglio dello scorso anno poi l’inaugurazione della nuova sede del Client Innovation Center.
Ci lavorano 200 persone e si punta sull’intelligenza artificiale, il cloud ibrido, l’internet of Things, il 5G, la cybersecurity, quantum computing e metaverso.
Il programma
Il programma proposto prevede unicamente investimenti in Ricerca e Sviluppo per un ammontare complessivo di circa 10 milioni e 777mila, finalizzati allo studio e alla sperimentazione della “Sustainable and Enhanced Intelligent Workflow Platform”, una piattaforma informatica generalizzata e aperta, utile a creare, analizzare, rivedere e gestire i processi organizzativi e i workflow di business di istituzioni pubbliche e organizzazioni private per accelerarne una trasformazione digitale sostenibile. La previsioni in termini di unità lavorative non solo altissime, l’incremento è di 8 Ula complessive. L’agevolazione concessa dalla Regione Puglia è di 6 milioni e 544mila euro circa.
Sul territorio barese insistono più del 55% delle aziende dell’IT di Puglia, per un totale di circa 5.000 addetti. Oltre Ibm negli ultimi anni si sono insediate altre grandi aziende da Lottomatica Digital Solutions a Ntt Data, Pirrelli, Nexi, Lutech, Deloitte, Atos, Ey, che si sono aggiunte alle presenze consolidate come Exprivia, Fincons, Eulogic solo per citarne alcune. «Questa è la Puglia su cui abbiamo lavorato e investito in questi anni – ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci –. Una Puglia che, grazie agli strumenti di sostegno, cresce, favorisce investimenti da parte di grandi aziende, garantendo sviluppo e occupazione. Voglio ricordare che questo lavoro ci ha consentito nell’ultima programmazione di raggiungere il tetto di 8,1 miliardi di euro di investimenti, e che oggi, a causa del mancato trasferimento delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione da parte del Governo, rischiamo di pubblicare dei bandi della nuova programmazione che non finanzieranno gli attivi materiali delle grandi imprese, fatto che potrebbe portare le stesse a spostarsi dalla Puglia e altre a non investire più nella nostra regione. Con una evidente perdita in termini di sviluppo e occupazione».
Il passaggio di Delli Noci sulle risorse mancanti del Fondo Sviluppo e Coesione non è piaciuto al capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola che ha invitato l’assessore e il governatore Emiliano a lavorare con il governo, prendendo esempio dalla Liguria. «Venerdì scorso a Genova, alla presenza del ministro Fitto, è stato firmato il primo Accordo per la coesione finanziato con le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione per il periodo 2021-2027, fra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, grazie al quale ai cittadini liguri arriveranno subito 230 milioni di euro. L’assessore Delli Noci e il presidente Emiliano anziché continuare a dire sciocchezze ed a cercare polemiche farebbero bene a lavorare proficuamente, come fanno le altre Regioni, con il Governo, al tavolo, insediato a Palazzo Chigi, per definire il loro Fsc».
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