Lavoro, Ibm investe oltre 10 milioni nella ricerca e sviluppo: «Grazie anche ai fondi Ue»

Lavoro, Ibm investe oltre 10 milioni nella ricerca e sviluppo: «Grazie anche ai fondi Ue»
Lavoro, Ibm investe oltre 10 milioni nella ricerca e sviluppo: «Grazie anche ai fondi Ue»
di Beppe STALLONE
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Martedì 26 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:13

Bari si conferma hub dell’innovazione e la Regione Puglia crede e investe nell’innovazione, potendo contare su un ecosistema ormai collaudato e rappresentato da università, Its, start up e imprese. E così fra i nove nuovi progetti presentati ieri in Giunta regionale è stato ammesso quello di Ibm Innovation Center.
Ibm è ormai una di quelle aziende radicate nel territorio, è presente infatti dal 1959 a Bari, gli anni del boom economico quando diversi gruppi industriali italiani si vennero a insediare in Puglia. Ibm ha realizzato per il pubblico e il privato applicazioni di trasformazioni digitali complesse e strategiche in vari settori dell’industria. Poi a fine del 2019, ha aperto a Bari una sede del Client Innovation Center, parte integrante di Ibm Consulting. Il 6 luglio dello scorso anno poi l’inaugurazione della nuova sede del Client Innovation Center.

Ci lavorano 200 persone e si punta sull’intelligenza artificiale, il cloud ibrido, l’internet of Things, il 5G, la cybersecurity, quantum computing e metaverso.

In quell’occasione il general manager di Ibm Consulting Italia, Gianni Margutti aveva dichiarato: «Le trasformazioni digitale e green sono le leve fondamentali per accompagnare il Paese verso una ripresa economica e sociale sostenibile, come già ampiamente dimostrato dall’impianto del Pnrr». Ieri la giunta con l’avviso Contratti di Programma ha ammesso la proposta di Ibm Client Innovation Center con un investimento su Bari.

Il programma

Il programma proposto prevede unicamente investimenti in Ricerca e Sviluppo per un ammontare complessivo di circa 10 milioni e 777mila, finalizzati allo studio e alla sperimentazione della “Sustainable and Enhanced Intelligent Workflow Platform”, una piattaforma informatica generalizzata e aperta, utile a creare, analizzare, rivedere e gestire i processi organizzativi e i workflow di business di istituzioni pubbliche e organizzazioni private per accelerarne una trasformazione digitale sostenibile. La previsioni in termini di unità lavorative non solo altissime, l’incremento è di 8 Ula complessive. L’agevolazione concessa dalla Regione Puglia è di 6 milioni e 544mila euro circa. 

Sul territorio barese insistono più del 55% delle aziende dell’IT di Puglia, per un totale di circa 5.000 addetti. Oltre Ibm negli ultimi anni si sono insediate altre grandi aziende da Lottomatica Digital Solutions a Ntt Data, Pirrelli, Nexi, Lutech, Deloitte, Atos, Ey, che si sono aggiunte alle presenze consolidate come Exprivia, Fincons, Eulogic solo per citarne alcune. «Questa è la Puglia su cui abbiamo lavorato e investito in questi anni – ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci –. Una Puglia che, grazie agli strumenti di sostegno, cresce, favorisce investimenti da parte di grandi aziende, garantendo sviluppo e occupazione. Voglio ricordare che questo lavoro ci ha consentito nell’ultima programmazione di raggiungere il tetto di 8,1 miliardi di euro di investimenti, e che oggi, a causa del mancato trasferimento delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione da parte del Governo, rischiamo di pubblicare dei bandi della nuova programmazione che non finanzieranno gli attivi materiali delle grandi imprese, fatto che potrebbe portare le stesse a spostarsi dalla Puglia e altre a non investire più nella nostra regione. Con una evidente perdita in termini di sviluppo e occupazione».

Il passaggio di Delli Noci sulle risorse mancanti del Fondo Sviluppo e Coesione non è piaciuto al capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola che ha invitato l’assessore e il governatore Emiliano a lavorare con il governo, prendendo esempio dalla Liguria. «Venerdì scorso a Genova, alla presenza del ministro Fitto, è stato firmato il primo Accordo per la coesione finanziato con le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione per il periodo 2021-2027, fra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, grazie al quale ai cittadini liguri arriveranno subito 230 milioni di euro. L’assessore Delli Noci e il presidente Emiliano anziché continuare a dire sciocchezze ed a cercare polemiche farebbero bene a lavorare proficuamente, come fanno le altre Regioni, con il Governo, al tavolo, insediato a Palazzo Chigi, per definire il loro Fsc».

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