Violenze sui medici e un tentato stupro di un'infermiera in carcere, l'Ordine: poco personale e i sanitari non sono al sicuro. La denuncia

Violenze sui medici e un tentato stupro di un'infermiera in carcere, l'Ordine: poco personale e i sanitari non sono al sicuro. La denuncia
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 20:12

Violenze sui medici al carcere di Bari e un tentato stupro di un'infermiera. L'Ordine dei medici denuncia la mancanza di sicurezza dovuta soprattutto alla grave carenza di organico all'interno della struttura. Le criticità sono emerse oggi nell’incontro tra Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Nicola Bonvino, responsabile dell’area sanitaria del carcere di Bari e altri 13 dirigenti medici che lavorano all’interno della struttura penitenziaria.  All’interno del carcere di Bari operano 15 dirigenti medici, altri professionisti sanitari e specialisti convenzionati, per un totale di circa 70 operatori sanitari.

Il confronto 

L’incontro è nato in seguito ai gravi e ripetuti episodi di violenza avvenuti all’interno del carcere di Bari, tra cui il tentato stupro di un’infermiera alla fine dell’anno scorso e la recente aggressione a un medico e a un infermiere, senza contare le continue minacce indirizzate agli operatori sanitari e ai loro familiari.
I medici hanno raccontato lo stato di profondo disagio che vivono a causa della mancanza di condizioni strutturali e organizzative tali da garantire la sicurezza sul lavoro e da evitare il ripetersi di violenze e aggressioni.

La carenza di personale 


La causa principale è la carenza di personale di polizia penitenziaria che lascia soli i medici e non offre un livello di tutela adeguato. I detenuti inoltre esercitano continue pressioni sui medici per alleggerire le loro condizioni di vita all’interno del carcere.
La legge 113 del 2020 prevede la procedibilità di ufficio nel caso di violenze ai danni degli operatori sanitari, ma non è sostanzialmente applicata nel carcere di Bari.

Al verbale che viene redatto sulle aggressioni e che viene trasmesso alla direzione del carcere, non fa seguito alcuna segnalazione all’autorità giudiziaria. Per questo l’Ordine dei medici ha già chiesto un incontro alla direzione del carcere ed è in attesa di risposta. A breve chiederà un incontro anche al viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, dato che il carcere di Bari con i suoi 30mila tra interventi e prestazioni sanitarie all’anno a favore dei detenuti rappresenta un importante hub nel sistema penitenziario, che merita maggiore attenzione sul fronte della sicurezza dei medici.

L’Ordine si sta coordinando anche con la ASL - da cui dipendono i medici - per aumentare il livello di sicurezza dei colleghi che lavorano negli istituti penitenziari.

Il presidente Anelli

«Esprimo a nome mio personale e dell’Ordine dei medici di Bari la mia solidarietà e vicinanza ai colleghi impegnati all’interno della struttura penitenziaria di Bari - ha dichiarato Anelli alla fine dell’incontro - E mi impegno ad intervenire non solo per risolvere la situazione contingente, ma anche per sensibilizzare tutte le istituzioni affinché la legge 113 sia realmente applicata e i suoi obiettivi siano concretamente raggiunti con una maggiore attenzione sul fronte della sicurezza degli operatori sanitari». 

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