L'appello dei jihadisti ai "lupi solitari" sul web: «Seguite l'esempio dei Kouachi e Coulibaly»

L'appello dei jihadisti ai "lupi solitari" sul web: «Seguite l'esempio dei Kouachi e Coulibaly»
di Giulia Aubry
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Lunedì 12 Gennaio 2015, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 20:01
Il logo è quello di Al-Battar media, conosciuta come una sorta di agenzia stampa/network non ufficialmente riconosciuta da Isis, ma sostenitrice delle posizioni dell’autoproclamato Stato Islamico.



L’hashtag della campagna è #FightForHim (tr. It. “Combattete per Lui”) dove il lui cui si fa riferimento potrebbe essere facilmente identificato con Allah). Il pubblico di riferimento sono i musulmani (quelli veri, secondo l’interpretazione data dai fondamentalisti) che vivono in Occidente e che – si legge in un tweet di @ProphetsKhilafa «sono le persone giuste per diventare “lupi solitari”» e combattere per la stessa causa dei martiri Kouachi e Coulibaly. La diffusione è cominciata proprio dall’account twitter ufficiale di Al-Battar Media Foundation (@Bat_Media_), che pubblica sia in lingua araba sia in lingua inglese, per poter raggiungere un pubblico di possibili jihadisti il più ampio possibile.



Gli uomini di Al-Battar, che ha 20.600 follower tutti molto attivi nel web 2.0, hanno creato dei veri e propri banner in lingua inglese da diffondere sui social. Su alcuni compaiono i volti dei fratelli Kouachi e di Coulibaly, raffigurati come icone di martiri. In uno si legge: «Sei un musulmano? Vivi in Occidente? Diventare un “city wolf” (questa è una delle denominazioni dei lupi solitari n.d.a.) è il tuo compito! Perché tu sei il solo che può farlo! Tu sei già un “cittadino”, e senza dubbio sei il più idoneo a essere scelto a tale scopo. Tu stai condividendo la stessa terra con loro! Gli stessi autobus, gli stessi quartieri!».



E ancora: «se dichiari di seguire il Profeta – che la pace discenda su di lui – e i suoi compagni – possa Allah proteggerli – allora dimostracelo. Dichiararlo senza fare qualcosa e un segno caratteristico di ipocrisia!».



La contestualizzazione della campagna, che si distingue dai recenti appelli ai “lupi solitari”, avviene con un altro banner che fa riferimento specifico alle “gloriose gesta” dei martiri: “#CharlieHebdo insultava il Profeta, il Corano, l’intera religione islamica, ma i leoni dell’Islam non sono stati a guardare, hanno pianificato e poi portato a compimento il loro benedetto attacco. Un Musulmano dovrebbe imparare da loro, il significato di gloria, dignità, potere, il significato di essere Musulmano”.



Un’altra terribile immagine mostra i volti dei quattro vignettisti di Charlie Hebdo simili a teschi e senza un occhio, e inneggia alla “pulizia della terra” da tutti gli infedeli. L’utilizzo di altri hashtag, divenuti tristemente famosi nelle ultime ore – da #JeSuisKouachi a #JeSuisCoulibaly – completano un quadro di riferimento che mostra una propaganda jihadista sempre più attiva e presente, probabilmente “a caccia” di altri “martiri volontari”, tesa ad affascinare e a reclutare, non necessariamente con una strategia precisa ma anche attraverso processi emulativi inseriti in una più vasta jihad urbana. Laddove non si può operare con cellule addestrate, potrebbe colpire l’emulo, il fanatico, colui che in quelle immagini e in quelle parole trova un senso che la maggior parte delle persone, senza distinzione di fede o appartenenza, proprio non riescono a trovare.