Arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale di Rimini Benedetta Vitolo, su richiesta del sostituto procuratore Davide Ercolani, il 68enne si è detto innocente, ma gli inquirenti sapevano già che stava programmando un viaggio di sola andata all'estero. Per bloccarlo, la magistratura ha emesso l'ordine di custodia in tempi record, facendo passare solo due giorni dalla richiesta della Procura al provvedimento del giudice. Gli abusi da parte dell' indagato, così come stigmatizzate nell'ordinanza, sarebbero stati ripetuti negli anni a partire, appunto, dal 1995 in un Paese sudamericano, quando le bambine erano affidate alla nonna mentre i genitori erano all'estero per lavoro. Reati consumati in un abito familiare allargato, e continuati anche in Italia, almeno fino all'anno scorso. Una catena di soprusi portata a conoscenza delle forze dell'ordine solo un paio di mesi fa, quando la prima nipote abusata, oggi una donna di 29 anni, ha trovato il coraggio di rivolgersi ai carabinieri.
Vincendo la vergogna, con l'aiuto psicologico di una specialista, la ragazza ha raccontato il suo doloroso passato consegnando agli investigatori un file vocale, registrato di nascosto, in cui, durante una conversazione l'arrestato confessa le sue manie.
Nelle successive indagini, i carabinieri hanno quindi raccolto le testimonianze delle altre nipoti violentate, tre delle quali già maggiorenni. È emerso così - come spiega il gip nell'ordinanza - l'identikit di un uomo patologicamente attratto da bambine di età compresa tra i sei e i 12 anni, «delle quali carpiva la fiducia con piccoli regali o somme di denaro» guadagnandone al contempo i favori e il silenzio.