Plants dub, dalla natura il suono più verde

Plants dub, dalla natura il suono più verde
Max NOCCO Qual è il suono delle piante? Cosa vogliono comunicare? Esiste una interconnessione tra loro e la musica elettronica, in questo caso con i bassi e le frequenze...

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Max NOCCO
Qual è il suono delle piante? Cosa vogliono comunicare? Esiste una interconnessione tra loro e la musica elettronica, in questo caso con i bassi e le frequenze del dub?

Probabilmente è quello che si sono chiesti i Plants Dub, trio composto da due vecchie conoscenze dell'underground nostrano, come Francesco Andriani De Vito aka Dubin e Andrea Presicce aka No Finger Nails, insieme a Maria Teresa Santoro, nella veste di storica dell'arte.
Il punto di partenza di questo interessante progetto è materializzare l'idea che le piante sono esseri viventi identici all'essere umano, quasi uno scambio naturale alla pari tra uomo e pianta, suono e materia. Non solo: Plants Dub è anche un'attenta e riflessiva fotografia sull'attuale paesaggio circostante, un archivio digitale che cresce quotidianamente (la pratica del field recording, ovvero le riprese di registrazione sul campo con appositi microfoni), una ricerca curata nei minimi dettagli che include anche installazioni, performance e dibattiti teorici, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Biologiche e Ambientali dell'Università del Salento. Grazie ad un particolare sintetizzatore (il dispositivo Music of the Plants) e ad un apparecchio che capta gli impulsi elettrici delle piante, i due produttori Dubin e No Finger Nails raccolgono informazioni digitali dalle vibrazioni, frequenze non udibili dall'orecchio umano, che nascono dalla circolazione di liquidi vari raccolti dalle radici. Ogni minimo battito o melodia viene assegnato al synth, elaborato poi a dovere tra effetti a cascata classici del dub (delay, riverberi, echi), chitarre in levare, sognanti glitch e beats in moviola. Dopo l'uscita della prima traccia-video nel gennaio di quest'anno (Phoenix canariensis), l'incontro di questi mondi ha partorito Music From The Trees.
Il disco di debutto dei tre musicisti, in vendita dal 15 ottobre scorso, è prodotto dalle etichette salentine CGS e Pregnant Void, con il sostegno di Puglia Sounds Record 2019.

I cinque brani del mini album (disponibile in cd/vinile e scaricabile dalle piattaforme digitali) utilizzano, per il titolo, i nomi scientifici in latino delle piante e degli alberi su cui sono stati eseguiti gli esperimenti sonori, seguendo un doppio registro ben preciso: in Acanthus mollis e Morus (le tracce più ritmiche del lotto), le melodie vegetali si mischiano ai grooves appositamente composti; mentre per le restanti Laurus nobilis (oscura drone music cosmica che mette i brividi addosso), Olea europaea (ottima folktronica iperdigitalizzata) e la lunga mistica Quercus, le melodie dei grandi e imponenti alberi sono tradotte in minimali suoni ambient. Sperimentazione e ricerca (è ardito pensare a Russolo, ai futuristi e a certa musica concreta?), pensiero filosofico, paesaggi, musica elettronica e botanica: Plants Dub è una scommessa vinta con coraggio, stile e bravura. Per chi fosse interessato, il disco sarà presentato ufficialmente sabato 26 ottobre al Must - Museo Storico di Lecce, nell'ambito del festival Conversazioni sul Futuro (ore 21 - ingresso 10 euro, inclusa copia del cd).
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Quotidiano Di Puglia