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Bari tra le migliori undici università italiane statali per qualità e quantità della ricerca, l'Unisalento e l'Università di Foggia rientrano comunque tra le prime 50. I dati sulla ricerca, nella valutazione dell'Anvur per gli anni dal 2015 al 2019 (pubblicati con due anni di ritardo a causa della pandemia), spingono gli atenei pugliesi, per quanto il trend continui a sorridere alle grande università della capitale o del Nord.
La valutazione della qualità della ricerca (vqr) ha preso in esame nuovi parametri, per questo terzo studio da quando c'è Anvur. I prodotti della ricerca non sono stati valutati solo su criteri bibliometrici (cioè, le citazioni e l'importanza della rivista), ma anche grazie alla peer review informata, cioè, una serie di esperti, che hanno dato il proprio giudizio. Le pagelle di Anvur non sono soltanto fonte di prestigio, ma su questi si basa una fetta dei finanziamenti ordinari del fondo per la ricerca, si tratta di circa 1,7 miliardi di euro che vengono stanziati grazie a questa graduatoria. In tutto sono 8,4 miliardi di euro i fondi stanziati, 2,2 quelli destinati ai premi, di cui l'80% tramite la Vqr.
Intanto i dati nazionali suggeriscono un aumento dei ricercatori accreditati (65,119) e anche dei prodotti, per i quali i neo assunti o neo promossi sembra abbiano un'efficienza maggiore. «Un sistema della ricerca, quello italiano, sempre più attento alla qualità nella promozione e nel reclutamento di giovani ricercatori e una crescente attenzione nei confronti della terza missione (le attività che si interscambiano con gli enti territoriali)», ha commentato il presidente di Anvur, Antonio Uricchio, in passato già rettore dell'Università di Bari.
Lecce e Foggia in chiaroscuro
Proprio dall'ateneo del capoluogo il risultato più incoraggiante, con un undicesimo posto tenendo conto della qualità e della quantità di tutto il personale. Nella stessa classifica Lecce è al 35esimo posto, Foggia, invece, al quarantatreesimo. La graduatoria è dominata da La Sapienza.
Seguendo invece solo il livello qualitativo di tutti i prodotti di ricerca presentati da ricercatori stabili e neo assunti, è Milano a dominare la scena tra le grandi università (quartile 4, ndr). Bari, nella stessa fascia, è penultima, davanti soltanto a Messina. E Lecce chiude al terzultimo nella terza fascia.
Buoni dati, arrivano, dai giovani ricercatori del Politecnico di Bari (indicatore R2, ricercatori neoassunti e promossi): tra le piccole università (quartile 2) c'è addirittura un secondo posto. Poliba, nella classifica generale, è al quarantanovesimo posto, mantenendo un livello alto in determinati ambiti, fermo restando che è un dato chiaramente falsato, al ribasso, rispetto ai grandi atenei.
Se la ricerca italiana tiene, nonostante il covid, quella pugliese non sfigura, per quanto queste classifiche, alla fine, rimangono sempre appannaggio delle grandi università di Roma o Nord.
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Quotidiano Di Puglia