OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Da Gagliano Leuca a Lecce, in treno, servono - se va bene - due ore e un quarto. E da Martina Franca al capoluogo salentino la situazione è sempre la stessa. Nel primo caso parliamo di una sessantina di chilometri, che si percorrono nello stesso tempo in cui con l’auto si arriverebbe quasi a Bari. In oltre due ore, invece, con un regionale in Salento si corre il rischio di non lasciare neppure la propria provincia.
Il tutto si collega - è il caso di dirlo - male al progetto di shift modale dell’Ue, che ha annunciato dieci treni veloci e “funzionali” che uniranno Paesi diversi. Tra questi anche un diretto da Roma e uno da Milano per Monaco di Baviera (con Fs e Db, le ferrovie tedesche, che uniranno le forze). Mentre qui in due ore non si arriva al capoluogo di provincia. E nonostante la Regione investa (nel 2020 erano stati stanziati oltre 69 milioni di euro di fondi regionali, circa lo 0,5% delle risorse assegnate complessivamente dal bilancio nell’anno) e provi ad accelerare, i treni vanno ancora a passo da lumaca. Succede in alcune porzioni della Puglia, non ovunque. Ad esempio la velocità media a cui viaggiano i convogli a Bari e provincia (17,5 chilometri orari di media) è una delle migliori d’Italia, superando di gran lunga altri grandi centri del Mezzogiorno come Palermo e Napoli. Eppure la situazione, in “provincia”, è questa. Appena una decina di giorni fa, a Bari le Ferrovie Appulo Lucane hanno presentato quattro nuovi treni Stadler a tre casse, dal valore di circa 23 milioni di euro, che potranno trasportare 150 passeggeri e che saranno impiegati nei collegamenti dal capoluogo di regione per Matera e anche sulla Gravina-Altamura. E ancora: qualche mese fa le Ferrovie dello Stato hanno annunciato e avviato il treno Pop che da Lecce viaggia fino a Lecce in meno di un’ora e mezzo. Come? Saltando tutte le fermate e fermando soltanto a Brindisi.
Se le città pugliesi sono quelle nelle quali si utilizza di più l’auto (lo dicono i dati dell’Istat) un motivo ci sarà.
I treni in Puglia: la situazione
In Puglia in tutto vi sono 1.542 chilometri di ferrovie, di cui 613 con un binario semplice, cioè unico. Si tratta del 39% del chilometraggio totale. E non è neppure un dato chissà quanto negativo, visto che è migliore rispetto a Toscana, Trentino e Lombardia. La situazione, invece, è ben diversa quando si parla di rete elettrificata: in Puglia non sono elettrificati il 42,8% dei binari. Lì, quindi, si viaggia in maniera più lenta. In Lombardia senza elettrificazione è rimasto appena il 16,3% del chilometraggio totale, nel Lazio il 7,6%, in Liguria persino il 3,4%. Numeri che segnano un solco, tra il Mezzogiorno e il Centro-Nord. E questa volta l’Italia che va a due velocità non è soltanto un modo di dire.
A conti fatti il problema vero è che mentre Ferrovie dello Stato annuncia investimenti e li mette in pratica qui il divario è talmente ampio che servirebbe ripartire dalle zone periferiche. Se, ad esempio, zona periferica può essere Otranto, porta d’Oriente e città turistica nota in tutta Europa. Per arrivare a Lecce, dalla città dei martiri, serve un’ora e mezzo e un cambio (se si sceglie il treno). Si tratta di 46 chilometri appena. Problemi spesso noti. Ma a cui trovare una soluzione. Anche perché un recente convegno tenuto in Unisalento a cura dell’associazione “Riabitare l’Italia” ha fissato nella carenza di trasporti uno dei motivi per cui i giovani scelgono di emigrare e molte zone (quelle “periferiche”, appunto) vivono un’emorragia migratoria a cui non si riesce a mettere freno. È la società che cambia, punta a nuovi modelli di sviluppo, nei quali l’auto non è più centrale. Questo vuol dire diventare una città europea? Anche. Ma se da Gagliano a Lecce ci vogliono due ore e mezzo di treno, meglio l’auto. O magari trasferirsi a Milano e cercare un lavoro a Monaco di Baviera.
Quotidiano Di Puglia