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«La riunione è andata bene. La maggioranza è compatta e intende perseguire lo scopo di favorire il dialogo tra Pd e M5s, nonostante questo momento elettorale». Al termine del vertice del centrosinistra che si è tenuto ieri in presidenza, Michele Emiliano si dice ottimista: «La maggioranza - spiega - ritiene di poter accogliere le richieste provenienti dal Pd di un netto cambio di fase attraverso l'indicazione di altissime figure che verranno proposte dai partiti e che rappresentino, rafforzandola, la storia dell’amministrazione regionale da sempre basata sull’ossequio sostanziale e formale della legalità, della lotta alla mafia e del contrasto ad ogni strumentalizzazione della politica». Poi, replicando in buona parte quanto da lui stesso dichiarato in mattinata sul fatto che la Giunta regionale non è stata coinvolta dalle inchieste nel suo operato, Emiliano aggiunge: «La maggioranza ha ribadito che la giunta non è mai stata coinvolta nelle ultime vicende giudiziarie con riferimento alla propria attività istituzionale, che è stata sempre improntata al rispetto del principio di legalità e imparzialità». La mano è tesa infatti non solo alle richieste di Elly Schlein sul “cambio di passo” ma anche e soprattutto al M5s dopo l’uscita dalla maggioranza in Regione in seguito alle inchieste e arresti. Il governatore ha annunciato che «la maggioranza ha infine ritenuto di poter accogliere le richieste del M5s con riferimento alla sottoscrizione di un patto operativo che rafforzi i presidi di legalità e in particolare con la costituzione, sul modello del Nirs (nucleo ispettivo regionale sanitario ndr) già esistente per la sanità, di un organismo di vigilanza analogo che operi anche agli altri settori della amministrazione, con la nomina di un coordinatore e di ispettori che setaccino ogni atto e ogni notizia suscettibile di accertamento di irregolarità. In questo modo - conclude - mi auguro che possa essere ricostituita la maggioranza progressista in Regione Puglia che ha ben operato in questi anni».
Il quadro
Il vertice, che si è aggiornato tra due giorni in attesa che anche i gruppi si incontrino al loro interno - oggi dovrebbe riunirsi il Pd - dovrà prendere una decisione chiara rispetto all’assetto della Giunta.
Ovvio quindi che tentando di resistere alla bufera, il presidente lavori ancora a ricucire e allargare, anche puntando sui nuovi alleati di Azione. Ieri infatti è stata la prima volta dei calendiani in una riunione di maggioranza e se nell’ottica politica Azione è molto meno sensibile alla necessità di riavere Conte e i suoi nell’ottica di una grande operazione trasparenza, invece, il commissario regionale Fabiano Amati (che in Regione guida la commissione Bilancio) ha anche avanzato una sua proposta: la rotazione periodica dei direttori di dipartimento evitando le inevitabili incrostazioni nelle catene di comando. Ma è chiaro che il lavoro più delicato oggi andrà fatto sull’esecutivo: al vertice erano anche presenti anche gli assessori “sacrificabili” in quanto tecnici e di competenza specifica del presidente a favore di personalità di alto profilo, bandiera del nuovo corso.
Ma se per Rocco Palese la scelta ha riguardato solo Emiliano, nel caso di Anna Grazia Maraschio il rischio è di innervosire Sinistra Italiana. Quanto alla casella del Pd, la scelta spetterà ai dem. La direzione delle ore precedenti aveva tentato di rimettere in piedi il partito dopo i pesanti colpi subiti a livello regionale. Ma il prezzo pagato dalla segreteria regionale mettendo Filippo Caracciolo e Michele Mazzarano nello stesso calderone dell’assessora Maurodinoia, travolta dall’indagine sui voti comprati per accontentare il Nazionale è stato alto. E ieri si faceva notare parecchio l’assenza di Michele Mazzarano, il consigliere dem catapultato tra gli scomunicati illustri del partito per una vicenda che lo vide coinvolto nel 2018 e che era stata politicamente superata negli anni.
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