Bari, il lavoro dei commissari parte dall'Amtab: le carte ai raggi X

Bari, il lavoro dei commissari parte dall'Amtab: le carte ai raggi X
Inizia dall’Amtab, l’azienda municipalizzata dei trasporti di proprietà del comune di Bari, l’attività della commissione d’inchiesta,...

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Inizia dall’Amtab, l’azienda municipalizzata dei trasporti di proprietà del comune di Bari, l’attività della commissione d’inchiesta, nominata dal ministro degli interni Matteo Piantedosi. I tre commissari Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza; Antonio Giannelli, viceprefetto; Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico, il servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della guardia di finanza dopo aver acquisito, nei giorni scorsi, il fascicolo depositato dal sindaco Antonio Decaro, in prefettura, il fascicolo relativo agli atti giudiziari della Direzione distrettuale antimafia di Bari, relativo all’inchiesta "codice interno" che, lo scorso 26 febbraio, ha portato all’esecuzione di 137 ordinanze di custodia cautelare con le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e con la contemporanea notifica della nomina di un amministratore giudiziale della società municipalizzata della mobilità barese. Sempre sul tavolo della commissione sono arrivate, anche, le relazioni trasmesse al tribunale e alla procura proprio dall’amministratore giudiziale, l’avvocato, romano, Luca D’Amore.

Il lavoro degli 007 del Viminale

A finire sotto la lente d’ingrandimento e, da questa mattina al vaglio dei tre 007 del Viminale, la verifica del presunto scambio di voti e favori politico-mafiosi in occasione delle ultime elezioni comunali del 2019, procedure degli appalti, delle forniture dei servizi e tutta la questione relativa alle assunzioni, dei trasferimenti, delle promozioni e della concessione degli straordinari del personale. Un approfondimento la commissione lo farà, anche, relativamente al ricorso, negli anni, alle agenzie interinali, per l’assunzione di lavoratori somministrati. Dopo l’esame procedurale, la commissione si dedicherà alla parte contabile, partendo dalla già acquisita “relazione Persichella” (presidente dell’Amtab, per soli 9 mesi, da novembre 2022 a inizio luglio 2023, data del suo abbandono) dalla quale emergerebbe una fotografia disastrosa della situazione economica dell’ente relativa alla gestione precedente e all’esame della maxi cartella esattoriale a carico dell’azienda da ottocento mila euro, per arrivare all’esame dei pareri e delle relazioni dei revisori dei conti espresse sulle deliberazioni del cda di viale Jacobini e finire con l’approfondimento dei vari atti transattivi di assunzione del personale da tempo determinato a tempo indeterminato e agli accordi quadro sottoscritti dalla società insieme al comune e ad altri enti pubblici, come quello che riguarda il “polipark” del policlinico di Bari. Nei prossimi giorni, se necessario a chiarire la portata e il tenore dei vari atti, potrebbero essere ascoltati dalla commissione tutti i componenti del consiglio di amministrazione aziendale degli ultimi sette anni, insieme ai componenti di vari collegi dei revisori dei conti che si sono succeduti nel tempo, ai direttori generali e ai consulenti incaricati che hanno lavorato per l’ente.

Una delle prime questioni che verrà affrontata è quella legata al bando per la gestione biennale del servizio di portierato, per l’importo di oltre mezzo milione di euro, pubblicato il 27 febbraio scorso, all’indomani degli arresti e della notifica di messa in stato di amministrazione giudiziale e, poi, “sospesa sine die sino a nuove determinazioni”, il giorno dopo l’interrogatorio della presidente Angela Donvito, come persona informata sui fatti e non indagata, perché, come si legge nella disposizione a firma congiunta della presidente e del direttore generale, è “in corso attività e verifiche da parte dell’autorità giudiziaria procedente nonché dall’amministrazione giudiziaria”. Il cuore della verifica, riguarderebbe, comunque, il periodo antecedente al 2023, il cui presidente era Vulcano, con la verifica del modus operandi del reclutamento e della gestione del personale che, secondo le carte dell’inchiesta, avrebbe fatto emergere un certo numero di assunzioni che sarebbero state determinate dalle indicazioni dei clan attraverso le presunte pressioni, operate sul dirigente dell’area sosta dell’epoca da parte di tre presunti affiliati all’organizzazione mafiosa del clan Parisi, individuati nelle persone di Massimo Parisi, fratello di Savinuccio, Tommaso Lovreglio nipote del boss e del presunto esponente del clan, Michele De Tullio. Secondo gli inquirenti, i tre avrebbero fatto assumere, per il periodo di svolgimento della fiera del levante, cinque persone a tempo determinato. Nell’ambito della stessa inchiesta giudiziaria, sono finite nei guai anche due vigilesse del corpo di polizia municipale del capoluogo pugliese le quali, come si legge dalle ordinanze di custodia cautelare, avrebbero chiesto aiuto ad un altro presunto affiliato al clan mafioso del quartiere “Japigia”, Fabio Fiore, ritenuto dagli inquirenti ex fidatissimo e fedelissimo autista del boss Savinuccio Parisi. Le due vigilesse, la 55enne Rosalinda Biallo e la 59enne Anna Losacco si sarebbero rivolte al clan per far punire un automobilista indisciplinato, il quale dopo essere stato sanzionato per una infrazione al codice della strada, avrebbe mandato a quel paese le due agenti che, anziché procedere, come per legge, con la denuncia del trasgressore avrebbero preferito ricorrere a un sistema punitivo da parte della potente organizzazione malavitosa barese. Le due operatrici di polizia locale baresi, nei giorni successivi all’operazione, erano state sospese dal servizio dal comune che, avantieri, dopo che le due protagoniste erano state ascoltate per addurre le loro giustificazioni, evidentemente non ritenute esaustive dall’organismo comunale competente, poi, ha commutato il provvedimento di sospensione in quello di licenziamento con la seguente motivazione: “perché hanno arrecato pregiudizio al decoro e immagine del corpo della polizia municipale”. Adesso si aspetta, da parte delle due vigilesse, il deposito del ricorso contro il provvedimento di licenziamento che, nei prossimi giorni, verrà depositato alla sezione lavoro del tribunale civile di Bari.

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Quotidiano Di Puglia