Ugento, «Incapace di procreare dopo l'incidente sul lavoro»: moglie parte civile

Al centro la giudice Francesca Mariano
Parte civile nel processo in corso per stabilire se e di chi furono le responsabilità dell’incidente sul lavoro accaduto il 27 dicembre del 2016 a Torre San Giovanni...

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Parte civile nel processo in corso per stabilire se e di chi furono le responsabilità dell’incidente sul lavoro accaduto il 27 dicembre del 2016 a Torre San Giovanni di Ugento in cui il marito operaio venne travolto da un muletto e riportò la frattura del bacino ed altre lesioni. Parte civile perché lo schiacciamento del bacino e degli organi dalla cintola in giù resero quest’uomo incapace di procreare. E per questo la moglie sostiene di essere stata privata della possibilità di procreare, pur essendo ancora in età fertile: l’istanza presentata dalla moglie dell’operaio con l’avvocatessa Rita Ciccarese è stata accolta dalla giudice della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, Francesca Mariano, titolare del processo che sta accertando la sussistenza o meno dell’accusa di lesioni gravissime in capo a quattro imputati.

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Il processo

Si trattava di lavori di completamente della rete idrica e fognaria disposti dall’Acquedotto Pugliese (Aqp) nella marina del Basso Salento ed affidati alla Igeco Costruzioni, quelli in corso alla fine del 2016 quando si verificò l’incidente sul lavoro. E per questo l’inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Paola Guglielmi, con gli ispettori dello Spesal (Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) della Asl ha individuato le persone per le quali si è reso necessario il dibattimento in aula per stabilire la colpevolezza o l’innocenza. Si tratta di Cinzia Ricchiuto, 46 anni, all’epoca legale rappresentante della Igeco Costruzioni ed indicata come datrice di lavoro dell’operaio (difesa dall’avvocato Luigi Covella); Vito Scarongella, 45 anni, di Ruvo di Puglia, coordinatore della sicurezza per conto di Aqp (avvocati Alessandro Amato e Rosario Cristini); Annamaria Violante, 50 anni, di Bari, responsabile dei lavori per Aqp (avvocato Michele Laforgia); e Bruno Patisso, 56 anni, di Taurisano, dipendente della Igeco ed alla guida del muletto che travolse il collega (avvocato Maurizio Cassano). Parte civile con la moglie, anche l’operaio che nel processo è rappresentato dall’avvocato Vincenzo Leo.

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Il processo

Prossima udienza il 13 luglio per continuare a verificare se è vero che l’incidente si verificò - come sostiene il capo di imputazione - “per negligenza, imperizia ed inosservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro”. La ricostruzione dell’incidente effettuata dal personale dello Spesal ed al vaglio del processo sostiene che la vittima si stesse occupando di creare cumuli con il materiale rimosso per fare posto alle condotte. Patisso, alla guida del caterpillar, prendeva quei cumuli con la pala. In queste fasi una manovra in retromarcia si rivelò fatale per il collega: venne investito e schiacciato.

Le violazioni

Dal punto di vista procedurale ciò che il processo sta verificando e se dovesse esserci una delimitazione fra la zona riservata all’accumulo del materiale e quella della raccolta. E se si sarebbero dovute considerare due fasi diverse e quindi, l’una avrebbe dovuto seguire l’altra così da salvaguardare l’incolumità dell’operaio. Si parla anche di assenza di verifica sulle condizioni di sicurezza dei lavori, del piano operativo di sicurezza e di assenza di controlli in questo senso da committente dei lavori.

 

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Quotidiano Di Puglia