Un testamento datato 1946, scritto a mano con una calligrafia tonda e regolare, modificato per risultare unico erede di due immobili e di una masseria. E in quelle...
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Pur se occupati dagli eredi legittimi. Enrico Giangrande, 68 anni, di Trepuzzi, sarà processato per difendersi dalle accuse di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e violenze sulle cose, testamento oleagrafo falso e calunnia. Calunnia perché risponde di aver accusato i quattro fratelli di aver fatto loro sostituire le serrature degli immobile per prenderne possesso.
La prima udienza si è celebrata il 4 luglio scorso, si tornerà in aula il 15 gennaio dell’anno prossimo per entrare nel merito del processo. Difeso dall’avvocato Daniele Montinaro e Francesco Calabro (due sorelle ed un fratello si sono costituiti parte civile con gli avvocati Ester Nemola e Stefano De Francesco), Giangrande dovrà dimostrare se è vero che modifico il testamento lasciato nel 1946 da uno zio con disposizioni in favori dei fratelli e della madre. Il consulente del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, titolare dell’inchiesta, arrivò a queste conclusioni.
«Il confronto fra la scheda di verifica e la grafia di compilazione degli atti del notaio Giuseppe Rucco ha evidenziato che la contestata richiama le modalità espressive del notaio Giuseppe Rucco, attestate da documenti disponibili - ha sostenuto il perito grafico Sergio Frontini - ma la presenza di significative differenze strutturali-esecutive portano ad escludere che l’autore del testamento in verifica possa essere lo stesso notaio. Il riscontro, in ordine alle sottoscrizioni dei testimoni, di peculiarità contingenti presenti nel testamento pubblico, riprodotte parimenti nella nella scheda in verifica, porta a ritenere che il testamento pubblico rilasciato da E.E. in data 16 marzo 1946, manoscritto nel suo testo dal notaio Giuseppe Rucco, sia stato preso come modello di riferimento per vergare il testamento in verifica».
Il processo dovrà stabilire se è vero che Enrico Giangrande modificò il testamento a suo favore e per intestarsi gli immobili di famiglia la catasto fabbricati del Comune di Trepuzzi a luglio di due anni fa. Ad ottobre il blitz con il fabbro per cambiare le serrature ed in quello stesso periodo denunciò i fratelli. Intanto il giudice Giovanni Gallo emise un provvedimento di sgombero dei tre immobili occupati dall’imputato. Ora la verità dovrà stabilirla il processo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia