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Formarsi e lavorare all'interno del carcere anche per riscrivere il proprio futuro fuori dal penitenziario. Nella casa circondariale di Lecce sta prendendo forma il progetto M.i.l.i.a. - modelli sperimentali di intervento per il lavoro e l'inclusione attiva delle persone in esecuzione penale - con la nascita di una vera e propria start up carceraria per la produzione di manufatti in legno che andranno a soddisfare, attraverso il lavoro degli stessi detenuti, l'intero fabbisogno nazionale di arredi carcerari.
Il recupero dei detenuti
«L'obiettivo del progetto -spiega l'assessore alla Formazione e Lavoro della Regione Puglia- è il recupero e il rafforzamento delle competenze delle persone detenute, ma anche l'acquisizione di professionalità richieste dal mercato del lavoro: è noto che il tasso di recidiva è di gran lunga inferiore tra chi, durante il periodo di esecuzione della pena, ha svolto attività formative e lavorative finalizzate al reinserimento nel tessuto produttivo.
Il progetto è finanziato tramite il Pon Inclusione, per un valore complessivo di 750mila euro, e mette in rete gli istituti penitenziari di Lecce e Sulmona. Per la sua realizzazione, è stata sottoscritta apposita convenzione di sovvenzione tra la Direzione generale per la coesione del Ministero della Giustizia e la Regione Puglia.
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