Sos personale, la Cgil chiede tutele. I titolari: «Introvabile comunque»

cuochi camerieri
  Alle porte della stagione turistica ritorna, puntuale, il dibattito che anima il settore ormai da qualche anno: da un lato c’è il grido d’allarme di chi...

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Alle porte della stagione turistica ritorna, puntuale, il dibattito che anima il settore ormai da qualche anno: da un lato c’è il grido d’allarme di chi si scontra con l’impossibilità di trovare personale, per lo più stagionale, e dall’altro c’è chi rivendica orari di lavoro più “umani” e retribuzioni adeguate. Ed è botta e risposta tra imprenditori e sindacati, questi ultimi certi del fatto che se i contratti nazionali fossero rispettati - compresi gli articoli che riguardano orari di lavoro, ferie e riposi settimanali - allora si farebbe meno fatica a reperire le figure professionali di cui si ha così tanto bisogno.

«Puntualmente - dice Daniela Campobasso di Filcams Cgil Lecce - le imprese del settore lamentano penuria di personale. Fino allo scorso anno si diceva che era tutta colpa del reddito di cittadinanza, che aveva tolto alla gente la voglia di lavorare». Ma se il problema persiste anche quest’anno, dopo la stretta sul Reddito decisa dal Governo, evidentemente la causa del problema va ricercata altrove. «La Filcams Cgil - prosegue Campobasso - ha sempre sostenuto che, pur tra tanti abusi oggettivi, il Reddito di cittadinanza non fosse la vera causa di questa difficoltà. Se gli addetti al settore turismo fossero stati pagati come previsto dalla contrattazione nazionale e se il contratto collettivo fosse stato rispettato anche su riposi, ferie, permessi, orario di lavoro, migliaia di lavoratori non avrebbero avuto alcuna convenienza nel rifiutare un lavoro per mantenere un sussidio così esiguo».

L’assenza di personale resta, comunque, un dato di fatto, confermato da quello che si legge sulle bacheche delle agenzie per il lavoro. Gli annunci sembrano quasi delle suppliche: si cercano camerieri, baristi, chef e commis di sala, bagnini, receptionist e addetti alle pulizie. Nel report settimanale di Arpal Puglia, figurano 882 posti vacanti nel Salento, di cui la metà proprio nel settore turistico. E la stagione può dirsi ormai quasi avviata. Le previsioni non sono rosee: si calcola che gli imprenditori riusciranno a trovare circa la metà del personale di cui avrebbero bisogno per lavorare con serenità e, per mandare avanti la baracca, bisognerà arrangiarsi come al solito.

Le imprese

A respingere le accuse della Cgil è Giuseppe Coppola, titolare di una grande struttura turistica che comprende anche tre ristoranti a Gallipoli. Coppola parte dall’esperienza delle sue strutture per lanciare una provocazione: «I miei ristoranti - spiega - sono aperti solo la sera e al personale è richiesto di lavorare dalle 18 a mezzanotte, qualche volta forse fino all’una. Chiedo solo un po’ di conoscenza dell’inglese e applico il contratto nazionale eppure, ad oggi, anch’io ho difficoltà a trovare personale di sala, di cucina e barman. Sono disposto a maggiorare gli stipendi del contratto fino al 10%, ma sono certo che anche così non troverò tutto lo staff di cui ho bisogno». E se per Coppola i motivi della carenza di personale sono sociologici, legati al fatto che «non siamo stati capaci di insegnare ai nostri figli lo spirito di sacrificio e oggi i ragazzi sognano di fare soldi diventando star di Tik Tok», per la Cgil, gli imprenditori corretti sono rari come mosche bianche. «Quel che noi incrociamo quotidianamente nelle nostre sedi - incalzano - racconta una realtà completamente diversa: lavoro sottopagato, orari che eccedono di gran lunga quello ordinario, condizioni di sfruttamento, lavoro nero. In due parole: precarietà e sfruttamento. La battaglia è culturale e sarebbe opportuna, da parte dei datori di lavoro, una scelta etica di rispetto non solo di regole e contratti, ma anche e soprattutto della vita di ciascun lavoratore».

Nel dibattito interviene anche Massimo Salomone, di Confindustria Turismo Puglia, sottolineando che «Confindustria è una delle tre associazioni di categoria che, per il settore turistico, firma il Contratto Nazionale. Inoltre - aggiunge - ci confrontiamo spesso con i sindacati che conoscono il nostro modo di lavorare e sanno che abbiamo un obbligo etico nei confronti dei nostri collaboratori». La speranza è che, quando le giovani generazioni saranno formate, non si debba più parlare di difficoltà a trovare personale specializzato. «La formazione - chiosa Salomone - è fondamentale. Per questo Confindustria ha abbracciato il progetto Its e molte figure si stanno formando. I nostri ragazzi svolgono 450 ore di laboratori ogni anno e quando entrano in azienda sono professionisti formati a tutto tondo. Ecco perché il placement dell’Its è vicino al 100%. I lavoratori del futuro si stanno formando ed entro qualche anno si avranno a disposizione numerosi professionisti».

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Quotidiano Di Puglia