Trovati i fondi per coprire l’indennità dei portuali: subito un emendamento

Rassicurazioni dal Mit per i 330 ex lavoratori Tct. Le risorse aggiuntive permetterebbero di arrivare sino a fine anno e forse anche oltre. Bozza già pronta

Il presidio dei lavoratori portuali ieri a Roma
Si è aperto uno spiraglio per i 330 lavoratori ex TCT-Evergreen, attualmente disoccupati e in carico all’Agenzia del lavoro a Taranto. Nel confronto che ieri...

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Si è aperto uno spiraglio per i 330 lavoratori ex TCT-Evergreen, attualmente disoccupati e in carico all’Agenzia del lavoro a Taranto. Nel confronto che ieri pomeriggio l’Autorità portuale del Mar Ionio ha avuto col ministero dei Trasporti, è emerso che sono stati trovati dei fondi residui tra Mit e Lavoro che servirebbero a pagare l’Indennità di mancato avviamento (Ima) per questi mesi.

A Taranto, per esempio, dove l’Agenzia del lavoro scade a giugno, i sindacati rivendicano anzitutto la corresponsione dell’Ima per aprile e maggio. Il mese scorso i lavoratori hanno percepito l’indennità, ma è stata quella di marzo, il cui pagamento è slittato. Invece il mese scorso e l’attuale sono attualmente scoperti e le risorse stanziate dal decreto Milleproroghe sono finite in quanto limitate al primo trimestre del 2024 (2,2 milioni).

Adesso l’individuazione dei residui dovrebbe permettere di superare questa situazione.

I dettagli

La possibilità di usare i soldi avanzati - ha specificato il Mit - sarà prevista all’interno di un emendamento ad hoc che conterrà anche ulteriori risorse. Qui dovrebbero essere trasferiti i 4 milioni per ora postati in un emendamento al disegno di legge Lavoro, provvedimento, però, ancora fermo in commissione Lavoro alla Camera.

I fondi aggiuntivi permetterebbero di arrivare sino a fine anno e forse anche qualcosa oltre. La bozza di emendamento che recupera i residui e dispone altri fondi, il Mit l’ha già preparata. Si attende che il ministero dell’Economia la esamini e dia il via libera, dopodiché il testo verrebbe inserito in un decreto legge già pronto per andare in Parlamento per la conversione.

Il dl dovrebbe essere quello denominato “1 Maggio”, che tra l’altro contiene bonus per i lavoratori a basso reddito e sgravi per le aziende che assumono, soprattutto al Sud. La corsia più veloce del decreto legge, la cui conversione deve avvenire entro 60 giorni, consentirebbe di poter arrivare ad una soluzione prima dell’estate. Verrebbe quindi accantonata la strada del ddl Lavoro, visto che è un provvedimento ancora in stand by. Va detto che alla definizione del problema sono interessati anche i portuali di Gioia Tauro oltre a quelli di Taranto. Pure il porto calabrese, infatti, è di transhipment. Inoltre, non si esclude che fondi aggiuntivi possano essere reperiti da altre disponibilità. Il percorso è ancora in costruzione.

Secondo i sindacati, più risorse si mobilitano, più alta è la possibilità di usare questo periodo di transizione come ponte per la nuova occupazione dei lavoratori. Usando la nuova disponibilità finanziaria e la formazione-riqualificazione professionale messa in campo dalla Regione Puglia insieme all’Authority, i sindacati ipotizzano che in prospettiva possa gradualmente scendere la quota dei 330 da rioccupare, poiché nel frattempo partiranno sia le nuove imprese della Zes, che le attività legate all’eolico offshore (Taranto presenterà con Brindisi la candidatura per ospitare la piattaforma cantieristica di costruzione). Circa l’Agenzia del lavoro, l’Authority ha chiesto a ministero, Corte dei Conti e Antitrust se può essere avviata la procedura di trasformazione e ora attende risposta. In prima battuta l’Authority ha invece chiesto la costituzione di un’altra Agenzia, col pubblico in maggioranza, e Corte dei Conti e Antitrust hanno detto no. Gioia Tauro si è già mossa per la trasformazione. Ha avuto l’ok dal Mit e ora deve ottenere le autorizzazioni di Corte dei Conti e Antitrust e fare i passaggi con le imprese. In Calabria l’Authority avrebbe nel nuovo soggetto una partecipazione di minoranza.

 

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Quotidiano Di Puglia