«Sfrattati dal Comune, raccolta sangue a rischio». L'assessore: «Lì solo attività di segreteria, rifiutata una sede alternativa»

«Sfrattati dal Comune, raccolta sangue a rischio». L'assessore: «Lì solo attività di segreteria, rifiutata una sede alternativa»
Appena una decina di giorni per tentare di salvare il salvabile. Poi sarà chiusura. Con lo sfratto dietro l'angolo. L'avviso recapitato ai responsabili...

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Appena una decina di giorni per tentare di salvare il salvabile. Poi sarà chiusura. Con lo sfratto dietro l'angolo. L'avviso recapitato ai responsabili dell'associazione donatori di sangue Asdovos di Lecce da parte del Comune, con data ultima di consegna delle chiavi dei locali di via San Massimiliano Kolbe fissata per il prossimo 29 novembre, rischia di mettere in ginocchio la già collassata macchina della raccolta del sangue da destinare alle migliaia di richieste che passano dal Centro trasfusionale del Vito Fazzi di Lecce.


«Se dovesse chiudere la sede della nostra associazione sarà veramente emergenza», dice senza mezzi termini Giuseppe Leuzzi, segretario dell'associazione che da due anni è ospitata con la formula del comodato gratuito nei locali del polo sanitario del Comune che si trovano nel rione Kolbe a due passi dalla chiesa. Numeri importanti, in termini di raccolta-sangue, quelli dell'Asdovos. «Ogni mese, grazie alle donazioni dei nostri associati, riusciamo a raccogliere circa trecento sacche di sangue che vengono destinate per le varie emergenze ed in particolare trapianti, pazienti oncologici, thalassemici e altri ancora», sottolinea Leuzzi con grande preoccupazione per le conseguenze.

A nulla, stando a quello che dicono dall'Asdovos, sono valse le richieste di ripensamento avanzate dai vertici dell'associazione al sindaco Carlo Salvemini ed all'amministrazione comunale (che, pure, vanta un nutrito gruppo di donatori buona parte dei quali iscritti proprio all'Asdovos e attivamente impegnati).
La richiesta di consegna delle chiavi rientra nell'ambito del piano di riorganizzazione dei locali in comodato gratuito di proprietà pubblica predisposto dal Comune con l'obiettivo di mettere ordine tra situazioni molto diversificate. E, tra queste, associazioni che, ben lontane da scopi di lucro, sono operativi con scopi di pubblica utilità: il Comune aveva espresso la volontà di stralciarne la posizione, ma, intanto, lo sfratto sembra dietro l'angolo.

Già domani, in ogni caso, l'associazione presenterà un ricorso contro la procedura avviata dal Comune. «Tentiamo anche quest'altra carta - incalza Leuzzi - e speriamo di riuscire ad ottenere qualcosa questa volta». Un'alternativa alla sede di via San Massimiliano Kolbe, in realtà, l'amministrazione comunale l'ha proposta ai responsabili dell'Asdovos di Lecce: un locale poco distante da quello attuale e che da Palazzo Carafa ritengono idoneo per le attività di segreteria. «Idoneo? Ma come si fa a ritenere idoneo un garage di appena 15 metri quadrato e senza servizi igienici - aggiunge il segretario - per portare avanti l'attività organizzativa di una struttura a cui fanno riferimento altre sezioni i cui responsabili vengono da noi per le riunioni più ampie?».

Il rischio, se nulla dovesse cambiare, è che il prossimo 29 novembre la sede di via San Massimiliano Kolbe chiuda i battenti fermando definitivamente, o quantomeno temporaneamente, tutte le attività. Non è escluso che venga chiesto un incontro con il prefetto Maria Teresa Cucinotta o con l'arcivescovo Michele Seccia. E con il sindaco Salvemini? «Un incontro - dicono dall'associazione - sembra difficile, ma non ci fermiamo. Ci sono persone che hanno bisogno di sacche di sangue e non possiamo perdere tempo».

«Sconcerto» hanno espresso questa mattina i due assessori di riferimento, Silvia e Rita Miglietta. «Leggiamo con sconcerto - scrive Silvia Miglietta - che nell’ambito servito dalla nostra Asl la raccolta volontaria di sangue sarebbe a rischio a causa del Comune di Lecce. Tutto perché il presidente di una delle molte associazioni di donatori non gradisce la sistemazione offertagli gratuitamente dal Comune per svolgere “attività di segreteria” (attenzione: attività di segreteria, non prelievi), che infatti definisce in maniera sprezzante “un garage”. Il Comune di Lecce ha la necessità, per servire meglio i cittadini, di migliorare la logistica dei servizi sociali. Nell’ambito della riorganizzazione ad alcune associazioni – quelle che negli anni passati hanno avuto la possibilità di vedersi assegnati gratuitamente locali comunali – è stata proposta una sede alternativa e assolutamente decorosa ai fini del lavoro di segreteria (quella che il signore nell’articolo definisce “garage”) che si trova sostanzialmente di fronte alla precedente sede».


«Tutte le associazioni coinvolte hanno collaborato con il Comune, comprendendo le esigenze di riorganizzazione degli uffici e degli sportelli nell’ottica di un superiore interesse pubblico. Tutte, tranne una, che ha citato il Comune in giudizio, perdendo il primo grado (giudizio che l’interessato si guarda bene dal citare), e ora si appresta ad affrontare l’appello. Due cose devono essere chiare, per sgomberare il campo da eventuali, forse volutamente ricercati, equivoci: in quel locale - scrive Miglietta - non si fanno prelievi, che avvengono correttamente nel Centro emotrasfusionale del Fazzi o nelle autoemoteche nell’ambito di giornate di raccolta autorizzate dallo stesso Centro. Il Comune non ha “sfrattato” nessuno: ha chiesto legittimamente e nel superiore interesse pubblico, di rientrare in possesso del locale – che molto spesso risulta chiuso – offrendo una alternativa altrettanto gratuita e decorosa. Tanto è vero che altre associazioni hanno correttamente collaborato con l’amministrazione». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia