«Mi sta dando una notizia, ma non mi pare che vada da nessuna parte». Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, risponde a chi le chiedeva della riunione, che si...
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«Non cambiamo opinione», spiega quindi Camusso, parlando a margine della manifestazione nazionale dei lavoratori delle Province. Per la leader della Cgil quel che oggi c'è da fare è «il complicato lavoro di ricostruire l'unità tra i lavoratori, l'unità tra le organizzazioni sindacali e la capacità contrattuale per riconquistare diritti».
Tagliare fondi alle Province «leva soldi e servizi ai cittadini». E' questo lo slogan con cui si è aperta oggi a Roma, in Piazza Santissimi Apostoli, la manifestazione indetta da Fp Cigil, Cisl Fp e Uil Fpl contro la riforma delle Province.
Sulla questione delle Province «oggi cominciamo una lotta che vuole avere dei risultati e che utilizzerà tutte le forme possibili», spiega Camusso. A tutt'oggi «non è chiaro dove vanno le funzioni delle Province» per questo «chiediamo che ci sia una decisione per un provvedimento che salvaguardi e ristabilizzi i precari che sono nelle Province». I precari, sottolinea Camusso, «sono molti nelle Province, in particolare dai Centri dell'impiego, cioè quello che dovrebbe essere il luogo per le politiche attive del lavoro».
Riguardo le funzione delle Province, il segretario della Cgil evidenzia che «qualcuno le rimanda alle leggi regionali, altri parlano delle Città metropolitane. Però - aggiunge - siamo nella condizione per cui servizi che fanno le Province, pensate solo alla manutenzione delle scuole, piuttosto che ai riscaldamenti, non si capisce a chi vanno e, quindi, si disperdono dei servizi che sono importanti per i cittadini».
«Pare che sia tutto da dimostrare che i servizi ai cittadini siano degli sprechi», afferma ancora il leader della Cgil. «Abbiamo detto in tante occasioni che c'è bisogno di mettere ordine nella Pa, di rendere la Pa più efficiente, di tagliare le stazioni appaltanti», aggiunge.
«In questi casi sarei come San Tommaso, aspetterei la legge di stabilità per vedere se davvero le risorse ci sono o no», risponde poi commentando e dichiarazioni del governo che nel Def non ci saranno né tagli né tasse.
Il tesoretto da 1,6 miliardi emerso nel corso della presentazione del Def dovrebbe andare «agli investimenti all'occupazione, insiste il segretario generale della Cgil.
Nel Documento economico finanziario «non ci sono risorse per il rinnovo dei contratti della Pa», è infine l'allarme che arriva dalla Cgil. «Nel 2014 la spesa per il lavoro dipendente della Pa era di 164 miliardi, pari al 10,1% del Pil, nel Def c'è scritto che la spesa, fino al 2018, passa al 9,3% del Pil che, più o meno, sono 7 miliardi in meno. Cioè non ci sono soldi per i contratti o diminuiscono le persone», riferisce Michele Gentile responsabile Settore pubblico Cgil. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia