Una discarica a cielo aperto all'ex ufficio del registro: via i senzatetto ma resta il degrado

Una discarica a cielo aperto all'ex ufficio del registro: via i senzatetto ma resta il degrado
“Attenzione edificio pericolante. Vietato l’accesso”. Chiari i cartelli che tra via Federico II di Svevia e via Nazario Sauro spiccano da molti anni sulla...

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“Attenzione edificio pericolante. Vietato l’accesso”. Chiari i cartelli che tra via Federico II di Svevia e via Nazario Sauro spiccano da molti anni sulla decadente e lugubre facciata dell’ex Palazzo delle Finanze, circondato per tutto il perimetro da transenne per evitare guai ai passanti e (come già accaduto in passato) di ospitare famiglie senzatetto o giovani in cerca di spazi “abbandonati”, spesso vandalizzati. Oggi, dopo che l’ultimo clochard ha abbandonato quella struttura, come ha confermato al nostro giornale una signora che vive a pochi passi da un’ala dell’edificio che si affaccia sul Parco della Rimembranza, ad “infiammare” altri residenti è la presenza di una discarica a cielo aperto, ammassata in lungo e in largo su una delle scalinate, murata a suo tempo per evitare altre intrusioni. 

Il degrado


Una montagna di plastica, cartoni, indumenti e resti di mobili presenti anche in un ingresso attiguo dove la cancellata rimane aperta, dando (in questo caso) la possibilità agli estranei di poter accedere all’interno dei vecchi uffici attraverso una porta che a sua volta era stata murata per non permettere l’accesso. Lungo questo lato che si affaccia su via Federico II di Svevia esiste infatti la possibilità di arrivare facilmente alla due scalinate, come anche scaricare materiale di ogni genere. 


E le lamentale, che parlano della presenza di topi e blatte, non mancano neanche sui social: «Non so più a chi santo mi devo rivolgere, vogliamo provvedere? Spero che questa ennesima segnalazione possa servire, altrimenti vedrò come muovermi». Già, ma chi utilizza quelle due scalinate se l’ultimo senzatetto, di origine straniera, è stato segnalato proprio in quell’atrio - in tempi di emergenza sanitaria - nella primavera del 2021? Inoltre, perché nonostante le varie segnalazioni dei residenti le due scalinate non sono mai state ripulite? 
Una storia, al di là del degrado che accompagna l’ex ufficio del registro (stimato in 3 milioni di euro, ma rimasto invenduto dopo che alcune aste intraprese dal Comune - a partire dal 2018 - sono andate deserte), che si perde nel tempo fino ad arrivare al 1954, anno di costruzione: venne realizzato dal Provveditorato regionale per le Opere pubbliche su un suolo acquistato dal Comune dove furono aperti uffici che brulicavano di dipendenti e utenti fino a quando non è calato il silenzio. L’immobile, a partire dal 2001, è stato sottoposto a monitoraggio strutturale a causa di importanti problemi di natura statica che hanno visto l’esigenza di eseguire lavori urgenti di consolidamento delle fondazioni, escludendo l’inagibilità momentanea del fabbricato. 


Da quel momento iniziava un iter burocratico, tra Comune e Agenzia del Demanio (passando anche attraverso diffide e ricorsi al Tar) che, dopo essere arrivati al 2012, si perde ancora in altre procedure per l’affidamento di un nuovo servizio di monitoraggio strutturale, fino alla totale chiusura. Seimila metri quadri (l’estensione complessiva di un palazzo che abbraccia il cuore storico della città) che rimangono lì ad aspettare qualche impresa che restituisca nuova vita a quell’area, posta, inoltre, a pochi passi dal Bastione San Giacomo. E, come chiedono i residenti, un servizio di pulizia che possa eliminare le due discariche: un vero pugno nell’occhio per chi si avventura da quelle parti. 
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Quotidiano Di Puglia