Centrale, le incognite del post carbone: «Aprire la vertenza Brindisi»

Centrale, le incognite del post carbone: «Aprire la vertenza Brindisi»
BRINDISI - La transizione energetica passa soprattutto dalle opportunità messe disposizione dall’Europa. Confindustria e sindacati puntano sul Green New Deal e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

BRINDISI - La transizione energetica passa soprattutto dalle opportunità messe disposizione dall’Europa. Confindustria e sindacati puntano sul Green New Deal e sulle opportunità date dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per il phase out dal carbone, che passa anche dal piano di cessazione definitiva (il 31 dicembre 2025) dell’utilizzo del combustibile per i tre gruppi ancora in funzione della centrale “Federico II” consegnato di recente dall’Enel, in linea con le prescrizioni della più recente revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale.


Nel parere istruttorio allegato al decreto Aia si dice che il programma “dovrà essere coerente con le tempistiche” che Enel ha comunicato all’autorità competente e definire “univocamente la data di inizio e fine del processo di messa fuori esercizio”. Parallelamente, si dovrà tenere conto della Valutazione integrata ambientale della trasformazione dell’impianto a turbogas, attualmente in Commissione tecnica di Via dopo le richieste di integrazioni. Aspetti che riguardano anche l’occupazione, con oltre mille persone tra diretti ed indotto.
«Assieme a sindacati ed imprese – ha spiegato il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis – abbiamo l’obiettivo di non perdere posti di lavoro e di trovare una strada alternativa con una nuova filiera produttiva che possa permettere al territorio brindisino, ad iniziare dal settore energia, di conservarne alcuni e di crearne altri per le prossime generazioni». Lippolis ha fatto quindi un appello perchè Brindisi non sia trattata «come la Cenerentola di Puglia, il Pnrr è l’ultima occasione che abbiamo per poter diminuire il gap che in questi anni si è creato tra il territorio brindisino ed altre parti della regione e del paese».
Tra le proposte, quella di creare a Brindisi, nella Cittadella della ricerca, un centro di ricerca per l’idrogeno verde, ed ancora implementare il sistema delle rinnovabili anche in aree Sin, attraverso l’agrivoltaico ed impianti eolici offshore. Per il phase out, Lippolis ha posto l’accento su quella che è considerata “la madre delle riforme”, la semplificazione e lo snellimento burocratico. «Abbiamo paura – ha rilevato il numero uno di Confindustria Brindisi – che con il mancato rispetto delle tempistiche sulle autorizzazioni previste e richieste, potrebbe esserci un rallentamento». Lippolis, dicendosi soddisfatto dell’impegno di Enel sulla decarbonizzazione, conclude con la speranza che «come accaduto per Cenerentola, la fiaba abbia un lieto fine», chiedendo che ogni parte in causa dia il proprio contributo.

I sindacati

Il segretario generale della Cgil di Brindisi Antonio Macchia, quindi, pone l’accento sulla necessità di portare avanti «scelte, iniziative e progetti, mediante la pianificazione partecipata, in grado di facilitare il processo di transizione energetica» nelle sue diverse forme, indirizzando il phase out verso «un sistema organico e governato di politiche industriali e di sviluppo per dare risposte concrete al mondo del lavoro, ai bisogni delle persone, dell’ambiente e del territorio».
L’appello è a realizzare, in maniera condivisa, «un piano di investimenti adeguato a finanziarie importanti progetti in grado di salvaguardare tutti i livelli occupazionali e garantire nuova occupazione» anche se «in questo momento non si comprende quali progetti saranno finanziati con il Pnrr e se le risorse del Just Transition Fund riguarderanno anche l’area di Brindisi direttamente interessata alla decarbonizzazione o solo quella di Taranto come ad oggi previsto».
Vedendo il processo come irreversibile, Macchia si augura che porti risvolti che non danneggino i lavoratori. Anche per questo, ricorda i progetti proposti dalle parti sociali «sull’accumulo, sul fotovoltaico, l’eolico, rinnovabili di ultima generazione e l’insediamento di una sede strutturata di rilevanza nazionale di Enel Green Power, per fare di Brindisi un sito pilota per la transizione energetica» ma soprattutto puntare sulla produzione «di idrogeno verde in coerenza con gli indirizzi del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec)». Il tutto, creando «uno sviluppo armonico» con «un polo tecnologico» nella Cittadella della ricerca, sulle filiere produttive elencate.


Rispetto alla “Federico II”, il sindacalista chiede che Enel provveda a programmare gli interventi del caso sulla centrale, compresa «la bonifica del sito interessato i cui risultati determinerebbero una pluralità di effetti positivi per la tutela dell’ambiente e per la salvaguardia dei posti di lavoro». L’appello finale è ad una coesione territoriale per «ridurre i divari e le diseguaglianze, a partire da quelle nella distribuzione primaria del reddito».

 

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia