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Crollo del fatturato per l'artigianato che corre ai ripari, per quel che può, interpellando le istituzioni e chiedendo interventi contro l'abusivismo. «Prevediamo che per il 2021 andrà in fumo il 50% del fatturato a causa degli operatori abusivi. Una perdita enorme, oggi diventata incalcolabile, per le imprese nell'area brindisina nel settore del benessere, parrucchieri, barbieri ed estetisti»: così parla Confartigianato Brindisi.
Confartigianato: concorrenza sleale
«Una concorrenza sleale in città, diffusa anche negli altri 19 comuni del territorio, che è diventata ancora più forte rispetto al primo lockdown della primavera scorsa, ora come allora, quando le attività di servizi alla persona erano serrati, l'abusivismo ha più campo libero, pubblicizzando, sfacciatamente sui social, prestazioni a domicilio in piena pandemia», dice il direttore Teodoro Piscopiello. Per correre ai ripari, Confartigianato Brindisi, in collaborazione con il Comune di Brindisi, ha scelto di attivare dopo Pasqua una campagna social di sensibilizzazione contro i falsi professionisti e l'abusivismo.
Lesa l'immagine della categoria
Su un altro fronte si chiede di far tornare a i clienti in salone in condizioni di sicurezza per gestire meglio questa incontrollabile proliferazione di esercizio abusivo della professione. Nei giorni scorsi proprio Confartigianato, con lettera a firma del presidente nazionale Marco Granelli, è intervenuta su una questione grave che lede l'immagine della categoria, mettendo a rischio l'incolumità della salute di clienti e stessi imprenditori: l'esercizio abusivo della professione di estetica e benessere.
Denunce e controlli
Nell'ambito dell'intervento, è stato sottolineato come, al di là dei pesanti danni economici a carico delle imprese, i provvedimenti presi abbiano favorito - sin dalla prima chiusura (disposta con Dpcm risalente alla data dell'11 marzo 2020) - una pericolosa, e ormai ingestibile stando ai dati emersi dalle denunce dei cittadini e dai controlli delle forze dell'ordine, proliferazione dell'offerta irregolare. «Un fenomeno agevolato dalla disponibilità di soggetti che a fronte, in sostanza, di un'impennata della richiesta, continuano a erogare, abusivamente presso il proprio domicilio o presso quello del cliente, i servizi preclusi alle imprese. Si è fatto, pertanto, presente - continua ancora Michele Padula - che la disposta chiusura delle attività regolari va, a nostro avviso, nella direzione opposta a quella auspicata dal Governo. Le chiusure sono state disposte proprio in considerazione della particolare situazione emergenziale che vede un aumento costante dei contagi dovuti alla maggiore virulenza delle varianti del virus Covid-19, mentre questo fenomeno illegale sta andando ad amplificare il rischio piuttosto che contenerlo». Ecco perché Confartigianato ha, quindi, chiesto al ministro Giorgetti di intervenire per favorire una pronta modifica al Dpcm dello scorso 2 marzo, che reintegri le attività di estetica e acconciatura nell'allegato 24, consentendone lo svolgimento nelle zone rosse ed evitando in tal modo il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini fruitori di tali servizi. «Sarà nostro dovere informare tempestivamente, come sempre, i nostri associati sul territorio brindisino, le imprese, i nostri consigli direttivi, mettendo già in atto le azioni sindacali a tutela del settore benessere», ha concluso il vicepresidente.
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Quotidiano Di Puglia