Le sette piaghe di Roma, il governo avvisa Raggi: rifiuti via in 20 giorni. L’Asl: allarmi triplicati

Venti giorni per pulire la Capitale. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, lo ha detto chiaramente alla sindaca Virginia Raggi nell’incontro dell’altro...

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Venti giorni per pulire la Capitale. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, lo ha detto chiaramente alla sindaca Virginia Raggi nell’incontro dell’altro giorno: mi spendo in prima persona, faccio da mediatore con la Regione, ma Ama deve pulire le strade in due settimane, al massimo venti giorni. Lo stesso ultimatum è contenuto, in modo più formale, in un’ordinanza che sta scrivendo la Regione Lazio e che sarà diffusa oggi. Da una parte si accoglie la richiesta della Raggi e si obbligano tutti gli impianti della regione a dare precedenza all’indifferenziato proveniente da Roma, dove ci sono almeno mille tonnellate di rifiuti (ma ormai è una stima ottimistica) su strade e marciapiedi; dall’altra si imporrà un termine alla Raggi di venti giorni, entro il quale dovrà essere pulita la città, organizzando i centri di trasferenza e trasbordo (quello di Ponte Malnome sta per chiudere, quello di Saxa Rubra sta partendo), noleggiando anche nuovi mezzi visto che il 50 per cento della flotta è in avaria, affittando tritovagliatori mobili che lavorino i rifiuti. Sia Costa, sia la Regione hanno chiesto alla Raggi di fare lavorare uomini e impianti a pieno regime anche di domenica.


La sindaca ha ringraziato Costa: «Ma prima voglio vedere l’ordinanza». Gli impianti che aumenteranno i quantitativi di rifiuti romani accolti sono quelli di Viterbo (altre 60 tonnellate al giorno, ma nella Tuscia è già rivolta), Pomezia (altre 100), Castelforte (60). La Regione propone un ulteriore sforzo all’inceneritore di San Vittore che già ha rinviato l’inizio della manutenzione al 19 luglio, chiedendo di aspettare il 31.

VERTICE
Massimiliano Valeriani, assessore regionale ai Rifiuti che ieri ha incontrato il ministro dell’Ambiente (Zingaretti è stato raggiunto al telefono), nell’ordinanza chiederà ad Ama anche di pagare con regolarità i fornitori, perché uno dei problemi che stanno affossando la raccolta, è la crisi finanziaria dell’azienda che sta rendendo più complicata ogni mossa. Venti giorni per uscire dalla crisi, dunque. Ma il Cda dell’azienda non aveva parlato di emergenza fino a Natale? In realtà l’ad Paolo Longoni e il consigliere di amministrazione Massimo Ranieri, in un’audizione in commissione trasparenza, avevano detto che le soluzioni ci saranno a fine anno, ma intendevano quelle strutturali, a medio termine. La speranza è di migliorare la situazione attuale catastrofica in due-tre settimane. Non c’è tempo da perdere: ieri la presidente dell’Ama, Luisa Melara, con spirito collaborativo ha incontrato i vertici delle Asl di Roma da cui sono stati diffusi dati molto preoccupanti: le segnalazioni dei cittadini alle aziende sanitarie sono triplicate nell’ultimo mese.


Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità: «L’Ama ci ha chiesto di proiettare video informativi sulla differenziata in ottobre nelle sale d’attesa, non mi sembra una priorità». Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma, ha confermato che il grande caldo e i cumuli di rifiuti per strada rappresentano un’insidia per la salute pubblica. «Negli studi medici i pazienti sono aumentati del 30 per cento». Bartoletti parla dell’effetto dell’afa, ma miasmi e topi legati ai rifiuti ovviamente aggravano il quadro. Il ministro Costa, a RadioRadio, ha chiesto ai romani di pazientare e collaborare, «se trovate il cassonetto pieno, lasciate il sacchetto vicino». Ancora: «A Roma non c’è una emergenza ma una criticità ambientale. Non bisogna farla arrivare ad una emergenza. Mi sono permesso di suggerire una road map che abbia una proposta per l’immediato, per il medio e lungo termine». Bene, ma quali sono gli impianti che accoglieranno più rifiuti? Ieri in Ama Ranieri stava cercando di risolvere il rompicapo degli impianti, con i camion che seguiranno una decina di percorsi (servirebbe una app per seguire le rotte della spazzatura romana, come per gli aerei). Un sistema folle. Dove andranno/vanno i rifiuti di Roma? A Rocca Cencia (tritovagliatore privato e impianto di trattamento di Ama), Malagrotta (Tmb di Ama), Ostia (tritovagliatore Ama). E poi Aprilia e Castelforte (Latina), Colfelice (Frosinone), Viterbo, Pomezia. E l’Abruzzo, dove però l’intesa sta per scadere (si sta cercando di prorogarla). Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia